La Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere, ha deciso di rispondere a una nuova richiesta di soccorso, deviando mentre si recava nella destinazione assegnata dal Viminale. Le Ong avevano sempre predetto che sarebbe potuto accadere e ora è successo. La nave, con a bordo 69 migranti soccorsi ieri, aveva ricevuto dal Ministero dell’Interno la destinazione di sbarco. Si trattava di La Spezia, distante 100 ore di navigazione. Ma mentre andava verso nord ha deciso di tornare indietro, rispondendo alla richiesta di aiuto di una barca. Un salvataggio non ancora portato a termine perché, lungo il tragitto, la Geo Barents ha incontrato un’altra imbarcazione con a bordo 61 passeggeri tratti in salvo.

La Geo Barents cambia rotta e infrange le regole del Viminale
L’Alarm Phone ha ricevuto una richiesta d’aiuto da una barca in difficoltà nella zona Sar libica, mentre la Geo Barents solcava i mari verso nord, direzione La Spezia. Così la nave di Medici senza frontiere ha fatto dietro front, imbattendosi anche in un’altra imbarcazione con a bordo 61 persone, tra cui un bambino di un anno. E così, in attesa di completare le ricerche riguardanti la segnalazione originale, la Ong potrebbe portare a termine ben 3 salvataggi in poche ore, trasgredendo alla regola relativa al secondo soccorso. Nella norma approvata dal governo relativa al codice di condotta, infatti, una nave come la Geo Barents può effettuare un secondo soccorso, solo se sulla rotta verso il porto assegnato. Qui i soccorsi sono 3 e fuori dal tragitto iniziale.
La nave ha comunicato il salvataggio senza risposta
Intanto dalla Ong fanno sapere che una comunicazione sul nuovo salvataggio è stata inviata, ma che non c’è stata alcuna risposta. In un comunicato, Medici senza frontiere spiega: «Le autorità italiane sono state avvertite ma non abbiamo ricevuto al momento nessuna risposta». Adesso si attende la contromossa del Viminale, visto che, almeno sulla carta, la nave avrebbe violato per la prima volta il decreto Piantedosi firmato dopo Natale.
