All’alba di martedì 16 novembre, con 6 gradi e sotto una pioggia fine, le autorità francesi hanno sgomberato l’accampamento di Grande-Synthe, a una manciata di chilometri da Dunkerque. Negli alloggi di fortuna vivevano circa 1.500 migranti, per la maggior parte curdi iracheni e afghani, che cercavano di raggiungere il Regno Unito attraverso la Manica. Alcuni hanno lasciato l’area prima dell’intervento delle forze dell’ordine che al loro arrivo hanno trovato 400 persone. Uno sgombero che arriva nel bel mezzo del braccio di ferro tra Parigi e Londra, con i funzionari britannici che accusano la Francia di non fare abbastanza per fermare le imbarcazioni, e i francesi che chiedono al vicino più aiuti nella gestione dei migranti e per fermare i trafficanti.
In migliaia cercano di raggiungere il Regno Unito su piccoli gommoni e imbarcazioni di fortuna
Buona parte dei migranti ammassati a Grande-Synthe cerca di raggiungere il Regno Unito su piccoli gommoni, perché i controlli serrati hanno reso quasi impossibile salire sui traghetti o nascondersi sui camion. Nel 2021, sono 23 mila le persone che sono riuscite a lasciare la Francia attraverso la Manica, 1.185 solo lo scorso giovedì. Altre migliaia di migranti sono stati soccorsi in mare.

Decathlon ritira i kayak nei magazzini di Calais
Proprio per questo motivo, come riporta la stampa locale, Decathlon venerdì scorso ha ritirato dai suoi magazzini di Calais i kayak e lo stesso farà a Grande-Synthe. La decisione è stata presa dal gruppo dopo la scomparsa in mare di diversi migranti. L’ultimo caso il 12 novembre scorso quando tre uomini sono affogati al largo di Calais dopo un tentativo di attraversamento con un kayak. «L’aumento recente dei tentativi di attraversare la Manica ha portato i nostri team di Decathlon Calais a interrogarsi sull’atteggiamento da adottare in merito alla vendita di prodotti che potevano essere utilizzati come mezzi per attraversare la Manica», ha scritto in un comunicato stampa Decathlon. «Non intendiamo fare correre ai nostri clienti alcun rischio, in ogni circostanza». Restano naturalmente sugli scaffali gli equipaggiamenti per la sicurezza come i giubbotti di salvataggio e le protezioni termiche.
La denuncia di Human Rights Watch a 5 anni dallo sgombero della Jungle
A cinque anni dallo sgombero della Jungle di Calais (avvenuto nell’ottobre 2016), la situazione nel Nord della Francia non è migliorata, anzi. Come ha denunciato a inizio ottobre il rapporto Enforced Misery: The Degrading Treatment of Migrant Children and Adults in Northern France di Human Rights Watch espulsioni, distruzione di tende e rifugi e sequestri di coperte e sacchi a pelo sono rimasti all’ordine del giorno. I migranti hanno continuato a subire «umiliazioni quotidiane», scrive la Ong sottolineando come le politiche francesi non solo si siano rivelate inutili ma abbiano reso la vita dei profughi se possibile ancora più difficile. «Nulla può giustificare queste umiliazioni», aveva commentato Bénédicte Jeannerod, direttrice per la Francia di HRW. «Se l’obiettivo è dissuadere i migranti ad arrivare nel Nord della Francia, queste politiche sono un completo fallimento e gettano le persone nella desolazione». Secondo HRW, nel 2020 la polizia ha effettuato più di 950 espulsioni a Calais, 90 a Grande-Synthe, durante le quali ha sequestrato 5 mila tende e tendoni e centinaia di sacchi a pelo e coperte.