«Salvare vite in mare è un obbligo morale e legale». Così la portavoce della Commissione UE Anitta Hipper risponde sulla questione dei migranti dopo la recente protesta delle Ong in merito. Secondo le organizzazioni non governative, i Paesi dell’Unione Europea «Hanno tentato per anni di ostacolare attività civili di Sar attraverso la diffamazione, le vessazioni amministrative e la criminalizzazione delle ong e attivisti».
le accuse delle Ong in una nota
«Dal 2014, le navi di soccorso civile stanno colmando il vuoto che gli Stati europei hanno deliberatamente lasciato dopo aver interrotto le loro operazioni Sar guidate dallo Stato» continuano. In più, non manca un riferimento all’Italia. Stando alla nota da parte delle Ong, l’Italia avrebbe «introdotto un insieme di regole per navi civili Sar, che ostacolano le operazioni di soccorso e mettono in mare le persone in difficoltà ulteriormente a rischio». Tra l’altro, il governo di Giorgia Meloni «richiede che le navi di soccorso civile si dirigano immediatamente verso Italia dopo ogni salvataggio», spiegano le Ong.
Questa norma «Ritarda ulteriori operazioni di salvataggio, come di solito fanno le navi più salvataggi nel corso di diversi giorni (…) aggravato dalla recente politica di assegnazione del governo italiano ‘porti lontani’ più frequentemente, che possono essere fino a quattro giorni di navigazione dalla corrente di una nave» conclude la nota
Migranti, Commissione Ue risponde dopo protesta Ong
«i cittadini di Paesi terzi presenti nel territorio degli Stati membri, compreso il territorio marino, possono richiedere asilo. Detto questo, non sta a noi guardare questo decreto o no, noi siamo sempre in contatto con le autorità italiane» risponde la portavoce della Commissione UE.
La portavoce ha anche ricordato che l’Unione Europea non ha la competenza per «Guardare nello specifico il contenuto di questo decreto», con riferimento alla normativa italiana sui migranti.