Michela Murgia, presente al Salone del Libro 2023 per la presentazione del suo ultimo romanzo Tre ciotole (Mondadori), con in tasca la consapevolezza di chi sa che cosa vuole e che cosa non vuole dalla sua vita personale e professionale, stupisce ancora una volta con una frase che richiama la dignità della persona: «Non trattatemi come un monumento, sono ancora viva». Parole, come riportato dal Corriere, pronunciate durante la seconda mattina del Salone del Libro 2023, alle quali ha aggiunto: «quando l’oncologo mi ha dato la notizia del tumore, senza mai definirlo come tale, ero sotto morfina. Qualsiasi cosa mi avesse detto sarebbe stata bella (ironizza). Interiorizzare che è una cosa che fa parte di me mi ha dato la sensazione di poterla gestire. Sono una manica del controllo. La cura è un patto tra me e la malattia».

Michela Murgia protagonista al Salone del Libro 2023
La scrittrice ha affrontato diversi argomenti, parlando anche del suo matrimonio: «Sposo l’uomo che amo e che mi ama, ma ci amavamo anche prima. non abbiamo mai sentito la necessità di ufficializzare. Ci sposiamo perché lo Stato prevede che sia un congiunto a prendere le decisioni per me quando sarà il momento. La mia però è una famiglia queer, dove non ci sono ruoli pre definiti, le responsabilità sono fluide. Sembra strano in Italia perché qui siamo molto indietro, ma in altri Stati la riflessione è iniziata da tempo». Come riportato dal quotidiano, non sono mancate parole per il Governo: «Ribadisco che è un governo fascista. Ma cosa vi aspettate? Che il fascismo bussi alla porta con la camicia nera e con l’olio di ricino? Questo è un governo che porta via i figli alle madri».