Le forze dell’ordine hanno scoperto un terzo covo di Matteo Messina Denaro, sempre a Campobello di Mazara, dove l’ex latitante avrebbe vissuto prima di trasferirsi nell’appartamento di vicolo San Vito acquistato attraverso Andrea Bonafede dove ha abitato fino a lunedì scorso – e nel cui salotto è stata trovata una riproduzione incorniciata del Padrino interpretato da Marlon Brando.
Il terzo covo di Matteo Messina Denaro
Situato al primo piano di una palazzina in via San Giovanni 260 e dotato di garage, l’appartamento è stato preso in affitto da un signore originario di Campobello che vive in Svizzera da quarant’anni, e da allora è disabitato. La Polizia ci è arrivata attraverso la testimonianza di chi ha organizzato il trasloco da un appartamento all’altro e, nei giorni scorsi, vedendolo in tv, ha riconosciuto il volto di Messina Denaro in colui che gli aveva chiesto il lavoro a giugno dello scorso anno.

Dopo aver ricevuto la segnalazione, gli investigatori hanno avvisato i magistrati e avviato la perquisizione dell’appartamento. Lo hanno trovato vuoto, pronto ad essere ceduto ad un nuovo inquilino che però non è ancora arrivato. Le indagini dovranno ora accertare quando il boss di Castelvetrano vi era arrivato, attraverso quali intermediari, con quale identità e se il proprietario fosse consapevole di chi fosse oppure no. Sono inoltre in corso altre analisi per capire se nell’appartamento siano state ricavate stanze segrete.

Nel suo appartamento trovati documenti, ricevute e cifre
Intanto, le autorità hanno reso noto di aver trovato diverso materiale nella casa di vicolo san Vito: post-it, fogli sparsi o raccolti in alcune cartelline con note e promemoria, cifre che potrebbero celare nomi codificati e un’apparente contabilità. Tutte carte da studiare, da un lato per individuare chi le ha vergate e dall’altro per darne una interpretazione compiuta. I contatti telefonici, in chiaro o criptati, andranno attribuiti ad altrettante persone e incrociati con quanto risulterà dall’esame dei telefonini trovati nell’appartamento-covo.
In base a quanto rinvenuto, gli investigatori hanno ipotizzato una vita agiata e all’insegna dello sfarzo per l’ex latitante. Le prime stime approssimative calcolano spese medie mensili di 10 mila euro e, tra le ricevute presenti, ne è spuntata una relativa ad una cena al ristorante pagata 700 euro. Costi che implicano una grande disponibilità di denaro che, finora, non è stato trovata in alcuno dei tre covi.