L’arresto di Messina Denaro, le intercettazioni, Nordio e Maigret

Paolo Landi
23/01/2023

Contro l'abuso delle intercettazioni, non per la loro cancellazione, si batte il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che sospettiamo essere un fan del celebre commissario, mentre negli uffici asettici della polizia giudiziaria un nerd al computer che compone l'identikit dell'assassino inchiodandolo: "Maschio, bianco, eterosessuale...". Proprio come Messina Denaro.

L’arresto di Messina Denaro, le intercettazioni, Nordio e Maigret

Sul tema delle intercettazioni sarebbe interessante sentire cosa avrebbe da dire Mark Zuckerberg. Perché, alla fine, è lui che sta rivoluzionando il lavoro così come lo abbiamo tradizionalmente inteso. Internet ci ha pietrificati davanti al pc, i social ci paralizzano davanti allo schermo degli smartphone, lavoriamo da casa via Zoom: chi ha detto che solo la polizia giudiziaria e le procure dovrebbero essere esentate da questa benedizione, che molti cominciano a considerare una condanna? Invece di pedinare, appostarsi, indagare e – Matteo Messina Denaro insegna – esaminare le liste di attesa delle cliniche private, vuoi mettere stare comodamente seduti ad ascoltare le intercettazioni?

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Matteo Messina Denaro arrestato dai Carabinieri (Getty Images)

L’Intelligenza Artificiale ha contaminato quella giudiziaria

L‘Intelligenza Artificiale ha contaminato ormai quella giudiziaria: una vetusta cimice appiccicata con il chewing gum sotto a un tavolo, oggi resa appealing cambiandole nome nell’equivoco “trojan”, il “malware che viene installato in un device”, ci sembra più al passo coi tempi, se consente a polizia e carabinieri di collegarsi in call, e di riunirsi per ascoltare il chiacchiericcio di questo e quello come se fossero su Clubhouse. L’era digitale ha questo di bello: sta cambiando il nostro rapporto con la fatica. Oggi che lavorare significa più che altro mandare delle mail e qualche link per partecipare alle riunioni virtuali, solo agli idraulici e ai muratori è richiesta abilità manuale e sudore della fronte. Il commissario Maigret lasciava i suoi assistenti Jerome, Bonfils e Dubonnet anche notti intere all’angolo di Place Pigalle per veder uscire da una porta l’assassino della prostituta. Messina Denaro invece è stato arrestato con le intercettazioni. Scrive il ministro della Difesa Crosetto: «Il mafioso è stato arrestato nella sua Sicilia, dove è sempre stato e da dove probabilmente non si è mai mosso. Inutile spiegare che esiste un’intera letteratura che spiega (l’italiano e le ripetizioni sono del ministro) come questo fenomeno, che spiega bene cosa sia la rete dei fiancheggiatori e quella dei complici. Mai come a casa sua un boss mafioso si sente al sicuro, protetto dall’omertà costruita sulla paura che trapela anche dalle parole di chi oggi si dice sorpreso che Matteo Messina Denaro abbia sempre vissuto nel Trapanese». Ma se esiste un’intera letteratura che lo spiega, e se Crosetto con tono mondano ci tratta da scimuniti perché noi non ce lo eravamo fatti spiegare, ci vuole spiegare (le ripetizioni sono mie) come mai non ha mandato lui, in questi ultimi 30 anni, Jerome e Bonfils ad appostarsi nei dintorni di casa sua (di Messina Denaro) o dei suoi parenti? Il fatto è che digital first è ormai il mantra che ha contagiato anche le stazioni della Polizia e dei Carabinieri oltrepassando pure il limite delle Procure: tutti in casual friday ad ascoltare le telefonate e a passare le registrazioni al Fatto quotidiano per la sacrosanta copertura mediatica.

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Carlo Nordio (Getty Images)

Contro l’abuso delle intercettazioni

Le centinaia di abbagli che hanno preso queste orecchie lunghe, tutte documentate in Cassazione con la dicitura “il fatto non sussiste” come ultimo grado di giudizio (ricordiamo il padre della Boschi, i genitori di Renzi e anche i recentissimi finanziamenti russi a Salvini), non li scoraggiano dal perseverare. Il lavoro digitale, cioè il lavoro del dito che fa “clic” su un mouse o un’icona viva voce continua a essere ritenuto fondamentale, a dispetto del diritto alla segretezza e alla privacy sancito dall’articolo 15 della Costituzione. Contro l’abuso delle intercettazioni, non per la loro cancellazione, si batte il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che sospettiamo essere un fan di Maigret, di Colombo e del commissario Montalbano, mentre negli uffici asettici della polizia giudiziaria guardano tutti la serie CSI, iper tecnologica, con la nerd al computer che compone l’identikit dell’assassino inchiodandolo: “Maschio, bianco, eterosessuale…”, proprio come Messina Denaro.