A oltre 24 ore dall’arresto alla clinica privata La Maddalena di Palermo, i carabinieri del Ros hanno trovato il covo di Matteo Messina Denaro. Si tratta di un appartamento individuato nella notte a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, in via Cb31. Dopo l’annuncio, non è stato subito reso noto cosa ci fosse all’interno del covo in cui si è nascosto per anni il boss, latitante da un trentennio. Nelle ore successive, però, gli investigatori e i media hanno rivelato molti dettagli. Messina Denaro ha collezionato vestiti di lusso, orologi pregiati, ma anche scarpe e perfino preservativi e viagra.
Dai vestiti al cibo fino ai profilattici: cosa c’era nel covo di Messina Denaro
Nel covo di Matteo Messina Denaro è stato trovato di tutto. A cominciare dall’arredamento raffinato e dalla grande quantità di cibo tra frigorifero e dispensa. Ma il boss ha collezionato anche un discreto numero di ricevute di ristoranti, oltre a vestiti pregiati e orologi costosi. Non mancavano profumi e abiti ricercati, sneakers di ogni tipo, rigorosamente griffate, e anche pillole di viagra per potenziare le prestazioni sessuali e profilattici. Tanti anche i farmaci presenti, di cui ora dovrà rispondere Alfonso Tumbarello, il medico che per decenni lo ha avuto in curo a Campobello di Mazara, andato in pensione proprio un mese fa. Il ritrovamento del covo appare quasi in controtendenza rispetto a quanto accaduto nei decenni scorsi, con capi mafia come Totò Riina ritrovati all’interno di rifugi desolanti e vuoti.

Il ritrovamento del covo grazie al vero Andrea Bonafede
Il generale Pasquale Angelosanto, capo del Ros, ha dichiarato: «Riteniamo che sia un’abitazione utilizzata con continuità nell’ultimo periodo, un’abitazione di stabile occupazione al cui interno pensiamo di trovare elementi significativi». Il ritrovamento è avvenuto nella notte grazie alla segnalazione del vero Andrea Bonafede, colui che ha dato l’alias a Messina Denaro e che ad oggi sembra poco intenzionato a collaborare. Ha raccontato di averlo comprato per cederlo poi proprio al latitante. Il magistrato Maurizio De Lucia è certo: «Abbiamo le nostre riserve sul fatto che possa essere passato inosservato a Campobello di Mazara. Non c’é molta differenza tra le immagini che avevamo a nostra disposizione e l’uomo che abbiamo individuato e poi arrestato. Ma non abbiamo ricevuto alcun segnale dal territorio, del resto non ci aspettavano gare in questo senso».
