Bella come narco comanda
Nello Stato messicano di Sinaloa sempre più donne ricorrono al chirurgo plastico. A pagare il ritocchino, spesso, sono i capi dei cartelli ossessionati da un'estetica appariscente e volgare. Una moda che però nasconde violenze e prevaricazioni.
Buchona è un termine usato in Messico per indicare ragazze molto appariscenti, generalmente “ritoccate” da qualche intervento di chirurgia plastica. Lo Stato di Sinaloa, uno di quelli in cui l’influenza del narcotraffico è più forte (il cartello locale è quello di Joaquin “El Chapo” Guzman, il boss più potente del Paese adesso in carcere negli Stati Uniti) sta vivendo un vero e proprio boom della chirurgia estetica. Sono tantissime le donne, giovani e meno giovani, che si rivolgono a specialisti per aggiustare labbra, zigomi, seno e glutei. E non è un caso che questo avvenga nella regione dove regna il cartello più influente del Paese: come riporta la Bbc, infatti, in moltissimi casi le ragazze in questione sono mogli, fidanzate o amanti degli affiliati ai clan, ossessionati dal bisogno di avere una bella donna a fianco. Non acqua e sapone, ma appariscente, sensuale, formosa. Insomma, buchona.
Spesso sono proprio gli stessi membri dei cartelli a spingere le ragazze dal chirurgo plastico e a pagare gli interventi. La dottoressa Rafaela Martinez, che opera a Culiacan, capitale dello Stato di Sinaloa, ha raccontato di un uomo che le ha mandato in studio almeno 30 pazienti, spesso con indicazioni precise su che tipo di operazione fare. «Ovviamente chiedo sempre alle ragazze se sono d’accordo o meno, ma non sempre sono particolarmente interessate. “Basta che vada bene a lui”, mi dicono». La dottoressa ha anche definito la narco-estetica: «Vita più stretta e definita, glutei e seno più grandi». L’emblema in questo senso è Emma Coronel Ispuro, moglie del Chapo.
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La chirurgia plastica, una “tradizione” a Sinaloa
L’ossessione per la chirurgia plastica dei narcos è diventata ormai parte integrante della cultura di Sinaloa, a tutti i livelli. I cartelloni che pubblicizzano chirurghi e i loro servizi sono in tutta Culiacan, assicurando ai potenziali clienti la possibilità di pagare con carta di credito. Non è raro che un’adolescente riceva un seno nuovo o un naso rimodellato come regalo di compleanno o Natale. Ma gli interventi chirurgici coinvolgono anche gli uomini, che passano dal semplice lifting alle operazioni più estreme: lo stesso Chapo, poco prima di essere catturato, andò sotto i ferri per aumentare la circolazione di sangue nella zona dei genitali, e migliorare le prestazioni sessuali.
Lo stile di vita dei narcotrafficanti e la cultura patriarcale che permea la società messicana hanno promosso l’idea che le ragazze siano «di proprietà degli uomini», come afferma l’avvocatessa Maria Teresa Guerra, da anni impegnata in difesa delle donne di Sinaloa. E gli uomini «sono diventati più spudorati». È così «diventato normale avere tre o quattro compagne nello stesso tempo. E loro accettano, ricevendo in cambio sostegno finanziario e una vita tutto sommato agiata: occhio non vede, cuore non duole», come invece afferma una ragazza di 38 anni che si è sottoposta a più di 20 interventi estetici. Questo, però, porta anche a un aumento esponenziale della violenza, sia da parte dei compagni narcotrafficanti, sia da parte dei loro rivali: a Sinaloa il numero di donne uccise con armi da fuoco è il doppio rispetto agli altri Stati messicani. «A Culiacan c’è un’altissima incidenza di violenza sulle donne, spesso i corpi vengono trovati torturati e bruciati», dice Guerra. «Ricordo il caso di una giovane il cui ragazzo era un narcotrafficante che pagò per la sua chirurgia estetica. Quando fu uccisa, gli assassini spararono su seno e fianchi, le parti del corpo su cui il narcotrafficante aveva investito».
Chirurgia in cambio di protezione
In uno Stato in cui povertà e disuguaglianze sono endemiche, legarsi a un narcotrafficante può costituire, paradossalmente, un’ancora di salvezza. È il caso di Carmen, ragazza con un nome di fantasia sentita dalla Bbc, che dopo essersi trasferita a Culiacan in cerca di fortuna è stata vittima di violenze. Dopo essersi legata a un “patron”, che le aveva promesso protezione, non è stata più infastidita. I due ora hanno una relazione, e nonostante la ragazza non sappia con quante donne deve dividerlo, per il momento non si scompone: «Mi sento al sicuro come mai prima», assicura. Casi come quelli di Carmen sono tantissimi. Anche a lei è stato proposto un intervento estetico. «Me lo ha chiesto, ma per ora ho rifiutato», racconta. Ma non sa per quanto ancora potrà farlo.