L’Italia resta l’unico Stato membro dell’Unione Europea a non aver approvato la riforma del Mes, il Meccanismo europeo di solidarietà. Si tratta del fondo europeo salva-stati istituito dieci anni fa, nel 2012, per garantire un’assistenza economica ai Paesi europei all’interno dell’Ue in gravi difficoltà. Oggi è arrivato il via libera anche della Corte costituzionale tedesca, ha bocciato il ricorso presentato da sette deputati in Germania nell’estate 2021. Per i ricorrenti, la modifica al trattato darebbe troppo potere all’Europa, facendone perdere ai singoli Paesi e intaccando il principio di autodeterminazione democratica.

La Corte respinge il ricorso
Secondo la Corte costituzionale tedesca, quindi, il ricorso non era ammissibile ed è stato respinto. I sette deputati non avrebbero presentato spiegazioni sufficienti in favore della loro tesi. E così adesso in Germania si potrà passare alla ratifica, con la firma della legge che dovrà essere apposta dal presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier. Una notizia che ha soddisfatto le istituzioni europee, come testimoniano le parole di Paschal Donohoe. Il presidente dell’Eurogruppo ha dichiarato: «Accolgo con favore la decisione della Corte costituzionale tedesca sul Trattato del Mes. Si tratta di un passo importante che apre ora la strada alla sua ratifica da parte della Germania».

L’Italia resta l’unico Paese Ue a non aver ratificato la riforma
E adesso tocca a Roma. L’Unione Europea punta i propri fari sull’Italia, rimasto l’unico Paese membro a non aver firmato e approvato la riforma del Mes. Se ne parla ormai da tempo, già dai due governi Conte, ma adesso l’Ue vuole una risposta. Appena una settimana fa è stata approvata alla Camera una mozione proprio contro la modifica, con 164 voti a favore. L’impegno del documento è «a non approvare il disegno di legge di ratifica del Mes alla luce dello stato dell’arte della procedura di ratifica in altri stati membri e della relativa incidenza sull’evoluzione del quadro regolatorio europeo». Il riferimento, però, è proprio alla ratifica della Germania, ora arrivata. Erano stati prima il Movimento 5 stelle e poi Fratelli d’Italia, ora al governo, a opporsi alla modifica.