Mermaids contro LGB Alliance, la battaglia delle associazioni arcobaleno
La prima accusa la seconda di essere transfobica e di non essere meritevole dello status di ente benefico: lo scontro finisce in tribunale.
LGBT. L’acronimo, com’è noto, è da decenni in suo per indicare la comunità arcobaleno: sta per Lesbica, Gay, Bisessuale e Transgender e, successivamente, si è anche allungato, con un “+”, per abbracciare queer, intersessuale e asessuale. Può sembrare complicato e un po’ lo è, guardando da fuori. Ma nemmeno da dentro è tutto rose e fiori, anzi: nel Regno Unito è finita in tribunale la disputa tra l’associazione Mermaids, che sostiene i bambini transgender e le loro famiglie, e LGB Alliance, che invece si oppone alla transizione medica per i piccoli che manifestano disforia.

LGB Alliance, «gruppo d’odio» secondo diverse associazioni britanniche
Fondata nel 2019, la LGB Alliance è tra i gruppi di attivisti più famosi del Regno Unito. Lo è perché continuamente in lotta con altre associazioni, che ne contestano l’esistenza. Come suggerisce il nome, il gruppo punta difendere i diritti delle persone gay e lesbiche (e bisessuali), escludendo completamente quelle trans: l’associazione, che nega di essere transfobica, è stata indicata come «gruppo d’odio» da varie figure e organizzazioni Lgbt+ britanniche. Secondo LGB Alliance, l’attrazione per lo stesso sesso dovrebbe essere definita dal sesso biologico (maschio o femmina) e non dall’identità di genere. Questo in un momento in cui molti enti simili hanno accettato una definizione diversa, basata sull’attrazione per l’identità di genere dell’altra persona.
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LGB Alliance contro Mermaids, al centro la decisione della Charity Commission
Le polemiche si sono inasprite quando la LGB Alliance ha ottenuto lo status di associazione benefica dalla Charity Commission, l’istituto regolatore degli enti di di questo tipo in Inghilterra e Galles. Mermaids, associazione benefica senza scopo di lucro per i diritti transgender, ha deciso di impugnare la decisione davanti a un giudice: per essere registrata come ente di beneficenza, sostiene Mermaids, «un’organizzazione deve essere costituita esclusivamente per scopi che la legge riconosce come caritatevoli» e, inoltre «deve perseguirli in un modo da creare benefici tangibili che superino gli eventuali danni associati». Come sottolinea il Guardian, le sfide alle decisioni della Charity Commission «sono solitamente motivate da accuse di abuso finanziario o cattiva gestione», mentre questo appello richiede al giudice «di valutare se lo scopo di LGB Alliance sia “esclusivamente caritatevole per il pubblico beneficio“».

L’udienza contro LGB Alliance si concentrerà su alcuni dibattiti riguardanti identità di genere e orientamento sessuale. Due diverse visioni del mondo a confronto: da una parte Mermaids, secondo cui l’identità di genere delle persone transgender dovrebbe essere sostenuta (e a ogni età); dall’altra LGB Alliance, che ritiene esistano solo due sessi e considera il genere un costrutto sociale. Proprio LGB Alliance ha in passato lanciato una campagna per impedire alle Mermaids di fornire consulenza sui diritti dei transgender alle scuole e ad altri enti governativi.
Causa contro LGB Alliance, le possibili ripercurssioni
«Denigrazione delle persone trans e distruzione delle organizzazioni che le sostengono, in particolare attraverso l’attività di lobby politica e la campagna per il cambiamento delle leggi». Secondo Mermaids sarebbero questi gli scopi di LGB Alliance: altro che associazione benefica. È la prima volta che un ente benefico chiede di privare un’altra organizzazione del titolo. Se il tribunale dovesse decidere che la Charity Commission ha effettivamente concesso erroneamente lo status di ente benefico alla LGB Alliance, la sentenza potrebbe avere ripercussioni su altri enti, vulnerabili alle sfide legali di chi ha idee diverse.