II procuratore distrettuale della contea di Shelby Steve Mulroy ha reso noto che cinque ex agenti della polizia di Memphis, nel Tennessee, sono stati accusati di omicidio per aver pestato a morte Tyre Nichols, un afroamericano di 29 anni. L’aggressione è avvenuta il 7 gennaio 2023 dopo un normale controllo e l’uomo era morto tre giorni dopo in ospedale per le conseguenze delle ferite riportate.
Ex agenti della Polizia di Memphis accusati di omicidio
Si tratta di Tadarrius Bean, Demetrius Haley, Justin Smith, Emmitt Martin e Desmond Mills Jr., di età compresa tra 24 e 32 anni e tutti accusati di aggressione aggravata e omicidio di secondo grado – un reato che, per le leggi dello stato, è più meno assimilabile al nostro omicidio colposo ed è punibile con una reclusione dai 15 ai 60 anni. Ci sono poi due accuse di rapimento aggravato, due di cattiva condotta ufficiale e una di oppressione.

Le accuse penali sono arrivate a circa tre settimane dal ricovero e dalla successiva morte di Nichols, che gli avvocati di famiglia hanno definito riconducibile ad un pestaggio selvaggio. Non sono ancora stati forniti dettagli sulle ragioni che hanno portato all’aggressione. Si sa solo che, dopo essere stato fermato, l’uomo aveva litigato con gli agenti che gli avevano spruzzato negli occhi spray al peperoncino. Aveva dunque provato a scappare a piedi ma i poliziotti lo avevano raggiunto e pestato.
La famiglia e i suoi avvocati hanno già visto il video del pestaggio
La polizia di Memphis dovrebbe pubblicare oggi i video delle telecamere indossate dagli agenti, che la famiglia e i suoi legali hanno già potuto visionare. L’avvocato Antonio Romanucci ha parlato di una scena inquietante simile ad un combattimento MMA, con un Nichols «impotente, indifeso e trattenuto». I funzionari della città sono pronti a potenziali disordini civili e hanno chiesto proteste pacifiche. Il distretto scolastico locale ha anche annullato tutte le attività del doposcuola nell’interesse della sicurezza pubblica. I dipartimenti di polizia di tutto il paese, inclusi quelli di Los Angeles, Atlanta, Minneapolis, Nashville e New York, hanno reso noto di avere già dei piani pronti in caso di proteste.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato che la vicenda è un «doloroso promemoria del fatto che dobbiamo fare di più per garantire che il nostro sistema di giustizia penale sia all’altezza della promessa di giustizia equa e imparziale e di parità di trattamento e dignità per tutti»