Amavo mio padre quando raccontava. Non diceva mai «ricordo che». Diceva sempre «ho memoria di». Aver memoria è cosa ben diversa dal ricordare. La memoria è una forma d’amore senza forma, informale ma elegantissima. Il ricordo è un raccordo anulare e bisogna aver fede per affrontarne il traffico. In quel film mnemonico bellissimo che è Verso sera di Francesca Archibugi, il protagonista interpretato da Mastroianni, professore universitario amante delle rose (no, papà, non sei tu, seppur sembri tu, così, a memoria), dice: «Capii che uno come me apparteneva ormai alla memoria e che la memoria è l’unica cosa che non si riesce a trasmettere». Quest’anno, in occasione della Giornata della Memoria, ho scritto un palindromo, intitolato La memoria: “Atroce esile verità patire, veli se è corta”. Da vecchia non pubblicherò le mie memorie. Giacché non è ho più d’una. Avere una buona memoria. Se la memoria fosse buona davvero, ti permetterebbe di dimenticare.
Se il ricordo è un raccordo anulare
LA POSTA AL CUORE. Bisogna aver fede per affrontarne il traffico. E se la memoria fosse buona davvero, ti permetterebbe di dimenticare.
