Un’applicazione che permette a persone socialmente fragili di narrare la loro esperienza di vita attraverso l’uso di strumenti digitali. Non è solo un’idea: esiste già, si chiama Memex ed è appena stata presentata alla Maker Faire di Roma, il più grande evento europeo dedicato all’innovazione.
Memex, condividere per non escludere
Gli sviluppatori di Memex hanno creato una app che permette agli utenti di scrivere e condividere interessi, ricordi, pensieri, sentimenti, nella forma che preferiscono. In modo narrativo, ad esempio, oppure in poesia, utilizzando contenuti multimediali come foto, audio vocale o anche video. Massima libertà, insomma. Quello che conta è l’obiettivo finale, ovvero condividere storie significative e rendere visibili le memorie delle persone a rischio di esclusione sociale. Una volta caricata la storia, l’app Memex permette di geolocalizzarla e di individuare un sito o bene del patrimonio culturale presente nell’area, in modo da poter aggiungere altro contenuto all’esperienza narrata. I partner del progetto hanno completato con successo una prima versione dell’app per smartphone, progettata per intraprendere attività di inclusione in alcune città europee: Parigi, Lisbona e Barcellona.
Memex, 31 le storie presenti nella prima versione
«Quello che mostreremo alla Maker Faire sono alcune delle proprietà che la app avrà a fine progetto», ha spiegato Alessio Del Bue, coordinatore del progetto europeo e a capo del laboratorio Pavis all’Iit di Genova: «Al momento Memex permette di creare un semplice modello 3D di oggetti presenti nella scena, di associare dei contenuti inseriti dall’utente a ciascun oggetto e di visualizzare quei contenuti in modalità di realtà aumentata». Le altre funzionalità verranno dunque integrate nei prossimi mesi nell’app di Memex-Memories and Experiences for inclusive digital storytelling, progetto europeo dalla durata triennale, coordinato dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020, ha avuto inizio a fine 2019. Ad oggi sono 34 i partecipanti coinvolti nel progetto, di età compresa tra i 30 e gli 80 anni: insieme, hanno creato 31 storie per la prima versione dell’app presentata a Roma.