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Il centrodestra compatto sulla linea Meloni per la premiership

Al termine di un vertice di quattro ore Forza Italia e Lega cedono alla leader di FdI: esprimerà il presidente del Consiglio il partito che ottiene più voti. Intesa anche sulla spartizione dei collegi uninominali

28 Luglio 2022 09:10 Redazione
Il centrodestra compatto sulla linea Meloni per la premiership

Alla fine è passata la linea Meloni. Dopo quattro ore di vertice a Montecitorio il centrodestra ha deciso: indicherà il premier il partito che prende più voti. E quindi, stando ai sondaggi, Fratelli d’Italia. Forza Italia, Lega e FdI hanno trovato un compromesso anche sul dossier più spinoso e cioè la spartizione dei collegi uninominali. Meloni insisteva per una divisione in base ai soliti sondaggi. Il Cav si era opposto consapevole che le percentuali di gradimento possono cambiare da qui alla fine della campagna elettorale. Poi alle 22, dopo la “lezione” dell’esperto Roberto Calderoli, è arrivata «miracolosamente» l’intesa, come l’ha definita Giancarlo Giorgetti. A Fratelli d’Italia vanno 98 collegi (il 44,3 per cento dei 221 disponibili), 70 alla Lega (31,7 per cento), 42 agli Azzurri più Udc (19 per cento) e 11 a Noi con l’Italia e Coraggio Italia.

Berlusconi: «Meloni come Salvini ha le carte in regola per guidare un governo di alto profilo»

Cadono dunque – almeno sulla carta – i veti su Giorgia Meloni premier. Lo ha ribadito anche Berlusconi in una intervista al Quotidiano Nazionale. «Giorgia Meloni, come Matteo Salvini, come tanti esponenti di Forza Italia e degli altri partiti della coalizione ha tutte le carte in regola e l’autorevolezza per guidare un governo di alto profilo», ha ricordato il Cav, «credibile nel mondo, saldamente legato all’Europa e all’Occidente». Sottolineando però che «di tutto questo è garanzia la nostra stessa presenza».

Intanto Meloni studia il Dream Team per Palazzo Chigi

Meloni non perde tempo e sta già lavorando al suo Dream Team in vista di Palazzo Chigi: ministri ‘presentabili’ in Europa e competenti, se non altro per dissolvere i timori della comunità (e stampa) internazionale. Secondo le indiscrezioni pubblicate da Il Domani tra i nomi più gettonati ci sono quelli dell’ad di Eni Claudio Descalzi, di Adolfo Urso attuale presidente del Copasir, ma anche di Alfredo Mantovano, magistrato ed ex sottosegretario di An molto ascoltato dalla leader di FdI. Difficilmente, riporta il quotidiano diretto da Stefano Feltri, i fedelissimi come il cognato Lollobrigida, Andrea Delmastro, Giovanbattista Fazzolari o Edmondo Cirielli avranno incarichi di rilievo, al massimo possono aspirare a una poltrona da sottosegretario o alla vicepresidenza del Senato e della Camera.

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