Questa sera al Teatro dell’Opera di Roma andrà in scena Tosca: come sottolinea l’istituzione culturale, è «il capolavoro di Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica tratto dal dramma omonimo di Victorien Sardou. L’opera romana per eccellenza torna in scena nell’edizione storica della prima assoluta, avvenuta proprio sul palcoscenico del Costanzi il 14 gennaio 1900 alla presenza di Puccini stesso. La regia è firmata da Alessandro Talevi e ripresa da Arianna Salzano. Sul podio salirà Paolo Arrivabeni. L’allestimento del Teatro dell’Opera di Roma vede le scene e i costumi ricostruiti, rispettivamente da Carlo Savi e Anna Biagiotti, sui bozzetti e i figurini originali di Adolf Hohenstein. Vinicio Cheli firma le luci». Bene. E qui sorge la domanda: ci sarà il presidente del Consiglio Giorgia Meloni? L’invito c’è, e i precedenti premier hanno sempre varcato la soglia del Costanzi. Il parterre sarà di alto livello, almeno per le tradizioni romane. E poi tra gli appassionati dell’opera che si chiamano melomani non mancano i “meloniani”…

Emiliano prende come consigliere Stefanazzi. Che è onorevole…
Bufera in Puglia: il governatore regionale Michele Emiliano prende come suo consigliere Claudio Stefanazzi. Che è appena diventato parlamentare. E il quotidiano la Repubblica, nell’edizione barese, spara a zero con la penna di Nicola Colaianni: «Può un deputato al Parlamento fare da consigliere politico di un presidente di Regione? Non, si badi, in via informale. Consigliare è, infatti, normale nelle relazioni politiche. Ma può farlo in quanto obbligato da un formale e stabile incarico istituzionale? Nel caso, da parte del presidente della Regione Puglia, che ha nominato suo consigliere ‘con deleghe politiche’ il neodeputato Claudio Stefanazzi?». Per Colaianni si tratta di «una nomina senza discontinuità temporale e spaziale. Un semplice cambio di veste da quella di capo di gabinetto a quella di consigliere, ma sempre avvalendosi ‘della struttura del gabinetto del presidente’: cioè, rimanendo alla stessa scrivania». Così, si profila «il rischio che, attraverso la persona del deputato nazionale-consigliere (del presidente) regionale, si instauri un rapporto a filo doppio tra Parlamento e una determinata Regione. Che cioè, nella discussione e nel voto sui disegni di legge, gli interessi nazionali vengano valutati alla luce delle convenienze di quella Regione. E che, simmetricamente, ad essere rappresentata in Parlamento sia l’opinione o la visione di quella Regione, anzi specificamente del suo Presidente». Ma qual è il giudizio sulla Puglia di Emiliano? È una regione «che vacilla proprio in atti di alta amministrazione quali le nomine nelle varie agenzie regionali, rivelatesi, diciamo così, inappropriate. E che per trarsi d’impaccio non di marchingegni, perciò, ha bisogno ma di una quarta dose di legalità». Addirittura…

Per il TgR Lazio della Rai Mollicone è viceministro
Come fake news è inquietante: al TgR Lazio qualcuno voleva vedere l’esponente di Fratelli d’Italia Federico Mollicone viceministro alla Cultura. E poiché l’importante è crederci, la “bufala” è stata ampiamente ripetuta, visto che il popolo crede a una “balla” quando diventa un tormentone. Nonostante mani pietose abbiano successivamente depurato il testo, basta digitare su Google “Mollicone viceministro” ed esce il fattaccio: si sa, i motori di ricerca non perdonano.
Sgarbi al ministero fa la guerra a Isozaki
«Mettere Vittorio Sgarbi al ministero della Cultura come sottosegretario è un’arma di distrazione di massa. Ma diciamo pure che Gennaro Sangiuliano, come successore di Dario Franceschini, si era reso subito troppo visibile e questa cosa non è piaciuta a Giorgia Meloni»: un parlamentare di Fratelli d’Italia svela i retroscena dell’arrivo del critico d’arte al Collegio Romano. Sgarbi servirà a «distogliere l’attenzione dai veri problemi, è un maestro della polemica e permetterà ai ministri ‘di peso’ di avere meno occhi puntati su di loro». Di fatto, Sgarbi ha cominciato parlando di Morgan come “sotto-sottosegretario”, e attaccando il progetto per gli Uffizi di Firenze firmato da Arata Isozaki: «Paghiamolo, ma non facciamo la loggia, è ripugnante». Poteva bastare? Ovviamente no. Dopo un applauso alle influencer Eva Menta e Alex Mucci apparse con vestiti trasparenti davanti alla Nascita di Venere di Sandro Botticelli, via con un altro argomento: «Mancano i custodi nei musei? Mettiamoci chi prende il reddito di cittadinanza».