Migranti e Mes, ma anche superbonus, nucleare e lo stop a benzina e diesel. Giorgia Meloni si è presentata alla Camera per l’atteso question time dopo i fatti di Cutro. La premier si è confrontata con i deputati su diversi temi e si è poi scontrata con la segretaria del Pd Elly Schlein, nel primo atteso incontro ufficiale tra le due leader. Il tema in questo caso è il contrasto al «lavoro povero», parlando di uno dei cavalli di battaglia dei dem, il salario minimo. Lei ha attaccato sia su questo argomento sia sull’immigrazione, parlando di un’opposizione che «calunnia l’Italia» e di «chi ha governato fino ad ora», che «ha reso più poveri i lavoratori italiani e ora questo governo deve fare quello che può per invertite la rotta».
L’attacco di Schlein: «Devi dare risposte»
Meloni risponde a Schlein che «il salario minimo non è la soluzione, serve tagliare le tasse. Pur nelle risorse limitate a disposizione, abbiamo dato segnali come il rinnovo del taglio di due punti del cuneo fiscale e retributivo e l’aggiunta di un ulteriore punto per i redditi più bassi. Sono primi passi verso l’obiettivo di aumentare i salari dei lavoratori garantendo retribuzioni dignitose». Ma la segretaria del Pd non ci sta e contrattacca: «Signora presidente, le sue risposte non ci soddisfano, innanzitutto perché vorrei ricordare che il Pd ha provato nella scorsa legislatura ad arrivare il salario minimo ma lei è i suoi alleati che le siedono accanto avete votato contro. Le ricordo che ora sono io all’opposizione e lei al governo e non è più tempo di prendersela con gli altri. Non si nasconda dietro un dito. Se fosse bastata la contrattazione collettiva quei tre milioni di lavoratori poveri non li avremmo. Lei sa bene che di quei contratti solo pochi sono firmati da organizzazioni più rappresentative. È in carica da soli cinque mesi ma state già andando in direzione opposta è sbagliata».

Migranti, Meloni risponde: «Si calunnia l’Italia per fini politici»
A presentare l’interrogazione sui migranti è stato poi il segretario di +Europa, Riccardo Magi. Meloni risponde attaccando: «Per fini politici si finisce per mettere in discussione l’onore e l’operato di chi ogni giorno rischia la propria vita per salvarne altre e si finisce per calunniare l’Italia intera, offrendo strumenti a chi vuole caricare tutto il peso su di noi invece che assumersi le proprie responsabilità. La nostra coscienza è a posto, spero che chi attacca il governo ma non dice una parola sulle responsabilità degli scafisti possa dire lo stesso». Magi rincara la dose: «L’impostazione giusta non è quella che lei, in un assurda inversione di ruoli, ha detto quando ha chiesto “credete davvero che il governo abbia voluto fare annegare i naufraghi di Cutro?”. Dobbiamo semmai chiederci “Abbiamo fatto tutto per salvare vite umane?” rispettando la nostra Costituzione. La premier ha replicato rispondendo anche a chi gli chiede le iniziative ideate per il contrasto al traffico di migranti. Il governo «non intende piegarsi alle molte e potenti pressioni di chi vorrebbe imporre la visione ideologica di un mondo privo di confini nazionali in nome di un indefinito diritto a migrare».
Meloni sul Mes: «Italia non accederà mai con me alla guida»
Si è parlato poi del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, osteggiato fortemente dal governo e verso cui la premier non dimostra alcuna apertura: «Finché ci sarà un governo guidato da me l’Italia non potrà mai accedere al Mes. E temo che non potranno accedere neanche gli altri. Nonostante l’accordo modificativo sottoscritto dall’Italia risalga a gennaio 2021, la riforma del trattato non è stata mai portata a ratifica. Questo offre una diapositiva su quanto questa materia necessiti di approfondimento. Bonomi, storicamente sostenitore del Mes, dice che se noi riteniamo che il nuovo regolamento del Mes non sia nell’interesse del Paese e non sia adeguato alle sfide, dovrebbe essere il momento di discutere come usarlo come uno strumento di politica industriale europea. Il tema è che l’Europa potrà affrontare le sue sfide se riesce a fare sistema e proiettarsi verso una politica di sviluppo comune, e la proposta di Confindustria viene presa seriamente in considerazione dal governo».

Case green e stop a diesel e benzina: «Non siamo negazionisti climatici»
Angelo Bonelli di Avs, con la sua interrogazione, ha portato la discussione su energia e nucleare. Meloni sottolinea: «Non intendiamo muoverci senza passare dal Parlamento. Non siamo pericolosi negazionisti climatici. Riteniamo che nel rispetto degli impegni bisogna mantenere un approccio pragmatico e non ideologico». La premier ha proseguito parlando del «progetto strategico di diventare l’hub enertegico sul Mediterraneo», prima di passare alla direttiva Ue sulle case green: «Con il voto di ieri il Parlamento europeo ha ritenuto di inasprire ulteriormente il testo iniziale e questa scelta, che noi consideriamo irragionevole, che consideriamo mossa da un approccio ideologico, impone al governo di continuare a battersi per difendere gli interessi dei cittadini e della Nazione». E si è schierata tra i contrari, l’Italia, anche nella votazione per lo stop ai motori a benzina e diesel dal 2035: «Abbiamo intrapreso il percorso della neutralità tecnologica. Così l’Ue rischia di delocalizzare la produzione automobilistica in Paesi extra Ue. Ci sono alternative per coniugare sviluppo e sostenibilità. Occorre l’uscita dai carburanti inquinanti. Si è aperto in Europa un dibattito grazie all’Italia».
Superbonus, Meloni: «Intervenire su riassorbimento dei crediti»
Infine il superbonus. Meloni parla della posizione del governo: «La norma che nasceva da un presupposto condivisibile ha prodotto conseguenze sulle quali il governo lavora da mesi. Una norma che a consentito la proliferazione di un mercato opaco di circolazione dei crediti fiscali a tutto vantaggio delle imprese ma dei vari intermediari finanziari intervenuti a raccogliere questi crediti. Occorre intervenire sul riassorbimento sui crediti fiscali, ma stando attenti che ci possa essere un’occasione».