In un’intervista al Corriere della Sera, Giorgia Meloni ha respinto ogni polemica nata dopo l’inchiesta di Fanpage rilanciata da Piazzapulita su La7, riguardante i rapporti tra il suo partito e l’estremismo neofascista e neonazista: «Nel dna di Fratelli d’Italia non ci sono nostalgie fasciste, razziste, antisemite. Non c’è posto per nulla di tutto questo. Nel nostro dna c’è il rifiuto per ogni regime, passato presente e futuro. E non c’è niente nella mia vita, come nella storia della destra che rappresento, di cui mi debba vergognare o per cui debba chiedere scusa. Tantomeno a chi i conti con il proprio passato, a differenza di noi, non li ha mai fatti e non ha la dignità per darmi lezioni».
Meloni: «La più arrabbiata sono io»
«Quella più arrabbiata sono io. Io che ho sempre detto: “Nessuno si azzardi a giocare su certe cose”, che ho allontanato soggetti ambigui, chiesto ai miei dirigenti la massima severità su ogni rappresentazione folkloristica e imbecille, anche con circolari ad hoc», ha detto Meloni. Questo perché, ha spiegato, «i nostalgici del fascismo non ci servono: sono solo utili idioti della sinistra che li usa per mobilitare il proprio elettorato». Perché, ha concluso la leader di Fratelli d’Italia, «mentre noi marginalizziamo questa gente la sinistra la valorizza dandole un peso che non ha mai avuto?».
Quando parla di fascismo la sinistra intende tutto e il suo contrario, dal rischio di regime a chi manifesta contro green pass. Sei fascista se non sei uno di loro. Troppo comodo. Se ne facciano una ragione: io questa sinistra la combatto. Sono orgogliosamente alternativa a loro pic.twitter.com/2iMmMTUX3s
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) October 9, 2021
Meloni: «Fidanza ha fatto un errore molto grave»
«Immaginare che Fratelli d’Italia possa essere influenzato o peggio manovrato da gruppi di estrema destra è ridicolo e falso», ha dichiarato Meloni, sottolineando come i «giovani nostalgici, ignoranti della storia, affascinati dal proibito e dal folklore di un fascismo che non hanno nemmeno vissuto», possano diventare «il loro strumento per attaccarci», riferendosi al Pd. Su Carlo Fidanza, “vittima” dell’inchiesta sulla lobby nera: «La sua è aver frequentato una persona come Jonghi Lavarini che con noi non ha niente a che fare per ragioni di campagna elettorale. Un errore molto grave, infatti adesso è sospeso».