Dal Vinitaly di Verona Giorgia Meloni torna sul caso La Russa bacchettando il presidente del Senato. «È stata una sgrammaticatura istituzionale», ha tagliato corto la premier ai microfoni di Piazza Pulita, riferendosi all’uscita della seconda carica dello Stato che, parlando dell’azione partigiana di via Rasella, aveva dichiarato: «Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza, quelli che i partigiani hanno ucciso non erano biechi nazisti delle SS ma una banda musicale di semi-pensionati». Meloni – la stessa che parlando della «rappresaglia all’attacco partigiano di via Rasella», aveva scritto che le 335 vittime furono trucidate «innocenti solo perché italiane» – ha poi aggiunto: «L’ha risolta lui».

La marcetta indietro di La Russa e le scuse via comunicato
In effetti con un giorno di ritardo La Russa ha abbozzato delle scuse: «Fatte salve le persone che hanno commentato in prevenuta malafede», ha chiarito in un comunicato, «voglio invece scusarmi con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso». Il presidente del Senato ha anche smentito l’errata ricostruzione storica circa i militari uccisi nel centro di Roma il 23 marzo 1944: «Non ho difficoltà a precisare che ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato. Non so poi se effettivamente è errata la notizia, più volte pubblicata e da me presa per buona, che i riservisti altoatesini inquadrati nella Polizia tedesca facessero anche parte della banda militare del corpo». Un passo indietro a metà, però. Perché La Russa ha cercato comunque di tenere la posizione. «Per evitare polemiche mi sono volutamente astenuto nel dire che sull’azione partigiana di via Rasella molti, anche di sinistra, sono stati assai critici. Mi sono limitato a dire “non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana”». Come ricostruito dalla stampa, la marcetta indietro di La Russa potrebbe essere stata chiesta dai vertici di Fratelli d’Italia, forse dalla stessa Meloni che avrebbe consigliato al presidente del Senato di mettere fine alle polemiche con un comunicato.
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