«Secondo la nostra dottrina nucleare, la Russia può usare armi nucleari se armi nucleari o di altro tipo di distruzione di massa vengono usate contro la Russia o i suoi alleati, se riceve informazioni verificate sull’avvio di missili balistici per attaccare la Russia o i suoi alleati, in caso di aggressione convenzionale se l’esistenza dello Stato è in pericolo». Lo ha dichiarato Dmitry Medvedev, ex presidente russo e oggi numero due del Consiglio di sicurezza di Mosca, in un’intervista ripresa dalla Tass.

Negoziati più lontani con un’Ucraina meglio armata
L’invio di ulteriori armi in Ucraina, in particolare a lungo raggio, incoraggerà soltanto nuovi attacchi da parte della Russia, ha sottolineato Medvedev: «La risposta di Mosca agli attacchi di Kyiv in Crimea o in qualsiasi altra regione russa all’interno del Paese sarà rapida, dura e convincente», ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza di Mosca. «La nostra risposta può essere di qualsiasi tipo. Il presidente della Russia lo ha detto in modo abbastanza definitivo». Niente negoziati più vicini con un’Ucraina più armata, insomma: «Il risultato sarà esattamente l’opposto. Solo i maniaci della morale, e ce ne sono abbastanza sia alla Casa Bianca che al Campidoglio, possono discutere in questo modo», ha evidenziato Medvedev puntando il dito contro gli Stati Uniti.

Le parole dell’ambasciatore russo a Washington
Gli Stati Uniti, fornendo all’Ucraina armi sempre più potenti, stanno deliberatamente facendo crescere il conflitto. La pensa così anche l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov. «Washington non vede limiti nel suo desiderio di infliggere una sconfitta strategica alla Russia. L’amministrazione ha puntato quasi tutto sulla carta ucraina: la propria credibilità internazionale, i soldi dei contribuenti americani e le vite dei soldati ucraini. Di questo passo, gli Stati Uniti possono arrivare alla follia più assoluta, come fornire jet da combattimento», ha detto il diplomatico russo.