C’è un accordo tra Coldiretti e McDonald’s che genera non poche polemiche. Nel giorno del 37esimo anniversario dall’arrivo del colosso del fast food in Italia, si è tenuta a Roma l’iniziativa Dare valore all’Italia, in cui si è parlato dell’accordo di collaborazione tra il celebre marchio statunitense e la Confederazione nazionale dei coltivatori diretti. Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha parlato di un «lavoro» che andrà di pari passi con McDonald’s per «dare una corretta informazione puntuale per consumatori e cittadini, rispetto alla sostenibilità». Ma Slow Food non ci sta e con una nota attacca frontalmente l’organizzazione agricola.
Slow Food: «Accordo commerciale, non operazione culturale e sociale»
L’attacco a Coldiretti arriva da Slow Food, che si focalizza sul termine e spiega il motivo del proprio disappunto: «L’accordo tra la principale organizzazione agricola nazionale e la più grande catena mondiale di ristoranti di fast food può avere una valenza commerciale importante e può dare risposte economiche a realtà produttive che attraversano momenti di crisi ma non può essere presentato come operazione culturale e sociale che conduce verso l’eccellenza, la valorizzazione della biodiversità e del made in Italy, la sostenibilità, il benessere animale. L’eccellenza del cibo italiano è il frutto di saperi artigianali, culture, competenze diffuse, suoli sani, bellezza e diversità dei paesaggi, produttori che hanno storie da raccontare, che difendono e migliorano i loro territori».

La biodiversità «va presa molto sul serio»
«La biodiversità», prosegue Slow Food nella nota, «è la diversità delle specie e delle varietà vegetali, delle razze animali, degli insetti impollinatori, dei microrganismi che rendono vivo il suolo, dei saperi che stanno alla base di migliaia di pani, formaggi, salumi… È la diversità della vita, probabilmente l’unica ricchezza che ci permetterà di affrontare la crisi ambientale e climatica. Va presa molto sul serio, quindi. Non c’entra nulla con operazioni di marketing per italianizzare, con l’aggiunta di ingredienti locali, una formula gastronomica che rappresenta quanto di più standardizzato l’industria alimentare globale abbia mai concepito».
L’affondo finale: «Noi custodi delle parole e del loro significato»
Slow Food conclude: «La sostenibilità si raggiunge attraverso strade diverse, attraverso il coraggio di invertire un modello alimentare che sta generando disastri ambientali e sociali, che sta ricacciando i piccoli produttori di qualità ai margini del mercato e minando le fondamenta della sicurezza alimentare per le generazioni presenti e future. Una narrazione che distorce il significato delle parole rischia di confondere ancora di più i cittadini, anziché aiutarli a fare scelte basate sulla consapevolezza delle ricadute sulla salute e l’ambiente. Le parole danno forma al pensiero e danno vita alle cose. E allora noi oggi vogliamo intervenire in veste di custodi delle parole e del loro significato più autentico».
