L’icona del volley Maurizia Cacciatori ha parlato della collega Paola Egonu in un’intervista al Corriere e ha espresso la sua opinione sullo sport italiano e l’emancipazione femminile.

Le parole di Maurizia Cacciatori su Paola Egonu
Maurizia Cacciatori espone il suo parere sulla collega Paola Egonu e sulla nazionale azzurra di volley: «Paola ha semplicemente dosato male le parole. La Nazionale italiana e la maglia azzurra sono molto amate. E noi quella maglia la vogliamo addosso a lei. Paola ha sofferto molto, ha trattato temi importanti, ma forse ha sbagliato nell’inquadrare le parole nel modo giusto. Ha detto certe cose per mancanza di esperienza e per impulsività». Inoltre, ha continuato sul discorso razzismo: «Non ci sto a dire che gli italiani sono razzisti. L’Italia vuole bene a Paola, le ha insegnato a giocare a volley e lei ne è consapevole. Comunque apprezzo che poi abbia riconosciuto di essere andata oltre il segno. Forse ha ceduto al ricordo e alla rabbia di certi episodi. Paola ha davanti tante bambine e deve sempre dare buoni messaggi. Il razzismo va combattuto, ma questo Paese va oltre certe cose. Un po’ di autocritica le farà bene».

L’idea della cacciatori sullo sport al femminile in Italia
Maurizia Cacciatori nel corso dell’intervista ha spiegato la sua tesi sul ruolo della donna dello sport e, grazie anche alla medaglia europea di Larissa Iapichino, ha confermato che lo sport italiano è sempre più declinato al femminile: «Lo sport, ma non solo. Per linee generali, nella società, vedo una donna sempre più emancipata, libera, conscia dei propri mezzi. Una donna che ha sempre più voglia di mettersi in gioco». Ha aggiunto anche: «Mi chiedono spesso del valore delle donne, di quanto siano importanti in un’organizzazione, di quanto la loro presenza sia aumentata e di quanto debba ancora crescere. Io provengo dalle squadre, che sono piccole aziende. Quindi ho imparato che cosa serve e che cosa possiamo fare. Nelle aziende sono un valore aggiunto perché la donna ha una sensibilità che può fare la differenza. Mi spiace quando ce ne sono poche, ma noto che i numeri stanno cambiando».