La polemica sulle soglie sotto cui è possibile pagare in contanti, aggirando così l’obbligo di pagamenti elettronici, è destinata a deflagrare definitivamente dopo le parole di Matteo Salvini. Il ministro delle Infrastrutture, nonché vicepremier, è intervenuto sulla vicenda durante una pausa del processo Open Arms a Palermo, che lo vede imputato per sequestro di persona. I giornalisti presenti ne hanno approfittato per porgergli molte domande, soprattutto sui temi legati alla manovra 2023. Inevitabile il tema dei pagamenti elettronici. Salvini ha risposto che «se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle».
A #Palermo per l’udienza sul caso Open Arms. A testa alta per l’Italia e gli italiani 🇮🇹 pic.twitter.com/L5gtDSOwm5
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) December 2, 2022
Salvini: «Rompipalle chi paga due euro il caffè con la carta»
Il ministro delle Infrastrutture si è prima concentrato sulla manovra. «Io ne sono orgoglioso», ha dichiarato. Poi l’attacco a Letta: «Dice che è un inno all’evasione fiscale? Mamma mia… io la vedo in maniera diversa da lui». E in quale maniera? Lo spiega: «Questa è una buona manovra in tempi difficili che aiuterà tanta gente, soprattutto quelli che hanno bisogno, gli stipendi sotto i 20 mila euro annui e le pensioni minime guadagneranno più di altri. Sui 60 euro per i pagamenti elettronici io sono un liberale, ognuno deve essere libero di pagare come vuole. Se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle. Io cerco di pagare solo in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat».

Salvini parla anche di pace fiscale: «Segno di civiltà»
Non è finita, perché Salvini parla anche di pace fiscale, che definisce «un segno di civiltà». Il leader della Lega spiega il suo punto di vista: «Ci sono 15 milioni di italiani con le cartelle esattoriali: o sono un popolo di delinquenti oppure… Ci abbiamo provato a tassare le multinazionali, soprattutto quelle del commercio online. Ne abbiamo parlato con Meloni, con Giorgetti, con Urso però ci sono le norme europee. Senza fare nomi e cognomi, che le grandi piattaforme alla Amazon siano esenti da Iva sulle transazioni a differenza dei commercianti è una follia. Gli uffici tecnici chi hanno detto che non è possibile pensare a questo tipo di tassazione, mi sembra che in manovra abbiamo messo quella sull’online ma limitata. Ci riproveremo, questi sono furbi. Le associazioni dei consumatori hanno ragione, ci riproveremo per trovare un modo per non penalizzare i commercianti italiani».
