Mentre il centrodestra cerca di togliere le castagne ancora sul fuoco, nello scontro al calor bianco (che però pare in via di risoluzione) tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, domenica scorsa Matteo Salvini ha preferito inseguire tutt’altro genere di marroni. Sì, proprio così: il leader della Lega, infatti, ha pensato bene di mollare tutto e tutti per andarsene in giro per i boschi con la sua amata Francesca Verdini, a raccogliere il profumato frutto autunnale dalle parti di Caprarola, nel Viterbese.
Salvini dopo i flop passati, ostenta un ruolo da king maker
Eppure, il Capitano non rinuncia in questi giorni a ostentare un ruolo da king maker nella partita da cui dipende la tenuta della coalizione. L’ambizione è quella di accreditarsi quale paciere, con una presa sul dossier che, si augurano nella Lega, sia migliore di quanto accaduto in alcuni recenti tornanti della storia politica, nei quali Salvini, pur avendo il pallino in mano, ha tradito miseramente le aspettative. Come a dire: riprova e sarai più fortunato. Chi non ricorda il flop del Papeete con il tentativo di portare il Paese alle urne e la trappola di Matteo Renzi che invece cambiò le carte in tavola e manovrò per dare vita al Conte due? A inizio anno, invece, con le elezioni del presidente della Repubblica, Salvini doveva dare le carte e non ne azzeccò una, parlando troppo in pubblico e ai media, bruciando nomi per il Quirinale a ripetizione e dilapidando ogni chance di accreditarsi quale leader del centrodestra. Stavolta non fa altro che predicare ottimismo e intestarsi mediazioni che dovrebbero riportare il sereno: «Sono sicuro che anche fra Giorgia e Silvio tornerà quell’armonia che sarà fondamentale per governare, bene e insieme, per i prossimi cinque anni». Una narrazione confermata dal Carroccio: «Anche oggi», recitava ieri una nota ufficiale, «Matteo Salvini è stato in contatto con gli alleati: la Lega guarda con estremo ottimismo all’annunciato incontro tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi».

Perché, comunque vada, per il leader della Lega è un successo
Sarà, ma intanto nel weekend il leader della Lega ha deciso di abbandonare gli infuocati palazzi romani per fuggire nei boschi di Caprarola, nel Viterbese, a raccogliere castagne con la sua fidanzata. Anche perché i mediatori effettivi al lavoro nell’ombra sono altri. L’incontro di ieri tra la premier in pectore e il Cav, forse risolutivo, è stato infatti frutto di diversi contatti e telefonate preparatorie che hanno visto in campo i figli del leader azzurro, Marina e Pier Silvio, e i consiglieri di una vita del Cav, da Fedele Confalonieri a Gianni Letta. «Ma attenzione, questo non impedirà a Salvini di prendersi i meriti», dice a Tag43 un leghista di lungo corso. «Il segretario, può piacere o no, sa sfruttare al meglio tutte le occasioni. Se la gioca sempre, poi può andargli bene o male, ma ci prova». Del resto, «è andata così ai tempi del Conte uno quando seppe capitalizzare tutti i meriti, facendo ricadere i demeriti sui 5 stelle. Stavolta se vogliamo dirla tutta è ancora più facile. Di sicuro, infatti, per il ruolo che riveste, Matteo una voce in capitolo l’avrà avuta. Magari, anzi quasi sicuramente, non sarà stata quella determinante per la pacificazione, ma questo non ha importanza. Salvini potrà comunque intestarsi a occhi chiusi il risultato, senza rischi di smentita. Anche perché sarebbe difficile che tutti i mediatori azzurri abituati a lavorare lontano dai riflettori, vorranno uscire allo scoperto proprio ora…».

In Fratelli d’Italia c’è chi riconosce l’impegno per tenere unita la coalizione
In realtà, proprio nel partito di Giorgia Meloni, c’è chi riconosce all’alleato leghista «l’impegno di queste ore. Ci ha messo del suo per dare una mano», viene ribadito. «Anche solo guardando al tornaconto della Lega, vista la china che stavano prendendo gli eventi». La leva, comunque, non è stata certo la paura di un ritorno alle urne: «Ha giocato invece il peso della responsabilità che Salvini, e non solo Meloni, sente nei confronti degli elettori». Sarà pur vero, considerando che il telefono del Capitano avrà lavorato a pieno ritmo pure durante la fuga agreste, ma intanto le castagne di Caprarola saranno state sicuramente più gustose di qualche tramezzino trangugiato in mezzo ai tiramolla romani tra i suoi alleati.