Per Poste Italiane quelli festeggiati giovedì sono «160 anni, una storia lunga», ed «è una storia che ha accompagnato quella dell’Italia, quella di Poste Italiane è la storia del nostro Paese, per tanti aspetti è la storia del costume e della cultura del nostro Paese»: così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando a sorpresa in occasione dell’evento di Poste Italiane allestito nel Centro Congressi La Nuvola, a Roma. Un discorso inatteso, quello del capo dello Stato: «Non posso fare a meno, fuori programma, di rivolgere un saluto a tutti i presenti in un’occasione cosi importante per il Paese. Attraverso di loro un saluto intensissimo a tutti gli uomini e le donne di Poste italiane, che ogni giorno sono al servizio del nostro Paese». I dati? Si elencano 12.800 uffici postali, 121 mila dipendenti di cui 15 mila assunti negli ultimi quattro anni, 586 miliardi di euro di attività finanziarie, 3.1 miliardi di investimenti al 2026. Quotata alla Borsa di Milano dal 2015, il gruppo guidato da Matteo Del Fante è attivo nei settori logistica, corrispondenza e pacchi, nei servizi finanziari e assicurativi, nei sistemi di pagamento e nel mercato della telefonia. Ieri il primo di una serie di eventi dal titolo “La nostra storia nel futuro del Paese”, alla presenza del capo dello Stato, dei vice presidenti del Senato e della Camera, di ministri e rappresentanti del governo, di esponenti dell’economia e della cultura. Ad accoglierli il presidente di Poste Italiane, Maria Bianca Farina, l’amministratore delegato Matteo Del Fante e il condirettore generale Giuseppe Lasco. Le celebrazioni dell’anniversario proseguiranno per tutto il 2022 con eventi di carattere nazionale e sul territorio.
Premio Wondy a Francesca Mannocchi
Mai come di questi tempi c’è bisogno di resilienza. Ed è emblematico che la quinta edizione del premio Wondy di letteratura resiliente sia stato vinto da una giornalista che non ha potuto ritirare il premio ma si è collegata via web dall’Ucraina, dove è corrispondente di guerra per La Stampa: Francesca Mannocchi con il romanzo Bianco è il colore
del danno, Einaudi Stile Libero. A fare da cornice, come di consueto, il Teatro Manzoni di Milano nel corso della tradizionale serata di festa tra parole e musica che accompagna la premiazione, presentata da Ema Stokholma e Alessandra Tedesco, che ha visto la partecipazione di numerosi ospiti tra i quali Alessandra Amoroso, Mr. Rain, e gli attori Camilla Filippi, Sara Lazzaro, Edoardo Leo, Claudio Santamaria e Margot Sikabonyi che hanno letto passi della sestina finalista. Particolarmente toccante il passo del romanzo vincente: Mannocchi racconta la diagnosi e la vita quotidiana con una malattia devastante, la sclerosi multipla. In platea insieme all’ideatore del premio e presidente dell’associazione Wondy Sono Io, Alessandro Milan, il presidente della Giuria Umberto Ambrosoli e il fondatore di Chora, Mario Calabresi. Il Premio è promosso e organizzato dall’associazione creata insieme a un gruppo di amici da Alessandro Milan, con l’obiettivo di proseguire la grande eredità umana e intellettuale lasciata dalla moglie Francesca, grande appassionata di libri, che con la sua storia ha saputo insegnare a donne e uomini come nella vita le difficoltà di varia natura possano, e debbano, essere affrontate, possibilmente, con il sorriso.

Malagò costruttore di sport
Unire attività sportiva e mondo delle costruzioni? Si può. E così nel pomeriggio di mercoledì 11 maggio nel Museo dell’Ara Pacis, presso il Lungotevere in Augusta, avverrà la premiazione dei vincitori del concorso fotografico Roma Sport Architettura, organizzato dalla Fondazione Almagià con il contributo di Ance Roma – Acer. Ovvero, i costruttori romani. Da non perdere il videomessaggio di Giovanni Malagò, in qualità di presidente del Coni. Le opere vincitrici saranno esposte accanto a una selezione di scatti dei partecipanti e a una mostra personale sullo Stadio dei Marmi del fotografo Moreno Maggi.
Ca’ Foscari e l’ecosistema veneziano
Sulla facciata della stazione ferroviaria di Venezia affacciata sul Canal Grande e piazzale Roma tornano evidenti le linee e i numeri dei livelli del mare che potrebbero essere raggiunti nei prossimi decenni. Li ha disegnati cinque anni fa l’artista Andreco. Il murale, il primo sul Canal Grande, è affiancato da una grande installazione, alta sei metri, dedicata alla resilienza del delicato ecosistema lagunare. L’opera esprime il rapporto che si può stabilire tra arte e scienza per affrontare le urgenti problematiche del cambiamento climatico: si presenta infatti come interpretazione artistica degli scenari prodotti dalla ricerca scientifica. L’Università Ca’ Foscari, in collaborazione con la Regione del Veneto e con Grandi Stazioni, svelerà al pubblico il 6 maggio il restauro dell’opera Sea Level Rise, dell’artista Andreco nel 2017. Per il ripristino dell’opera, accanto a Ca’ Foscari, alcun aziende hanno fornito gratuitamente i materiali: Spring Color, un’azienda marchigiana pioniera nel settore della bio edilizia che, utilizzando materie prime di origine naturale, produce pitture che non emettono sostanze volatili nocive e De Castelli che, lavorando il metallo, innesta in processi tipicamente industriali un fare artigianale in percorso culturale che mette al centro il valore estetico, oltre che funzionale, della materia primigenia.