Una volta esistevano la Germania Ovest, quella dell’Est e l’Unione Sovietica. Poi la caduta del Muro di Berlino nel 1989 ha condotto alla riunificazione tedesca e l’Urss è sparita definitivamente nel 1991, rimpiazzata da 15 Stati indipendenti: «La più grande catastrofe geopolitica del XX secolo», secondo Vladimir Putin. Da allora Germania e Russia hanno cominciato strategicamente ad avvicinarsi, grazie soprattutto ai buoni rapporti tra i loro leader. Prima Helmut Kohl con Mikhail Gorbaciov e Boris Yeltsin, poi Gerhard Schröder e Putin. Angela Merkel ha avuto negli ultimi tre lustri relazioni personali difficili con l’inquilino che occupa la poltrona del Cremlino dal 2000, ma le crisi non hanno spezzato l’asse tra Berlino e Mosca.
Matthias Warnig, il Ceo venuto dall’Est
Al di là però dei maggiori protagonisti sul palcoscenico della politica, ci sono diversi personaggi che hanno contribuito a saldare i legami tra i due Paesi, una volta nemici durante la Guerra Fredda, almeno per quel riguarda l’ex Bundesrepublik (Brd) visto che sul versante orientale la Deutsche Demokratische Republik (Ddr) è sempre stata un forte alleato dell’Urss e da qui è arrivato appunto uno degli uomini che hanno plasmato i rapporti russo-tedeschi negli ultimi 30 anni, Matthias Warnig, guarda caso buon amico di Vladimir Putin anche prima che la Cortina di ferro fosse stata spazzata via. E Ceo della Nordstream AG, la società con sede in Svizzera che si dividono Gazprom, in maggioranza, e aziende tedesche.

Dalla Stasi alla Dresdner Bank
Warnig, nato nel 1955 ad Altdöbern, comune del Brandeburgo sulla Cortina di ferro, è stato infatti dal 1974 al 1990 alla Stasi (Mfs) con il nome in codice Arthur. Laureato in Economia si occupava sostanzialmente di spionaggio industriale prima ed era stato operativo anche in Germania Ovest, a Düsseldorf, nella missione commerciale di Pankow. Pizzicato però dai servizi di Bonn fu rispedito a Berlino Est nell’agosto 1989, pochi mesi prima che il Muro crollasse. Secondo quanto poi reso noto dall’intelligence occidentale, Warnig si era occupato anche di una della più grandi banche della Brd, la Dresdner Bank, che poco dopo, nel maggio del 1990, prima della riunificazione ufficiale tedesca del 3 ottobre 1991, sarebbe diventato il suo datore di lavoro. A facilitare il suo passaggio dal ruolo di spia a quello di funzionario fu il fatto di aver partecipato alle trattative sull’unione monetaria, economica e sociale tra le due Germanie. Pare che fu proprio il Ceo della Dresdner Wolfgan Röller ad offrirgli il posto e dal 1991 poi fu spedito a San Pietroburgo.

A San Pietroburgo Warnig ritrova l’amico Putin
Ed è qui che Mathias Warnig ritrova una faccia conosciuta, quella di Vladimir Putin. I due si erano già incontrati nella Ddr, dove Putin era finito tra il 1985 e il 1989, a Dresda. Nella città sulla Neva l’ex agente del Kgb era diventato consulente per il sindaco liberale Anatoli Sobchak e si occupava anche di investimenti stranieri in Russia. Sono gli anni della prima transizione postsovietica, del turbocapitalismo e delle privatizzazioni selvagge, del presidente Boris Yeltsin e degli oligarchi alle sue spalle. Warnig e Putin fanno carriera, separati, ma sempre appaiati. Il primo rimanendo del campo dell’industria e della finanza, il secondo in politica. Warnig entra in vari consigli di amministrazione di aziende russe, nel settore bancario da Bank Rossia a Vtb, a quello energetico in Rosneft e Transneft.
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Il progetto Nordstream e il rapporto tra Berlino e Mosca
È con Gazprom e il progetto di Nordstream, il gasdotto sotto il Baltico lanciato da Schröder e Putin nel 2005, che Warnig si manifesta come l’anello di congiunzione tra Mosca e Berlino. Se durante gli Anni 90 la sua attività è passata inosservata, quando diventa amministratore delegato della Nordstream AG, la collaborazione benedetta dal Cancelliere e dall’amico al Cremlino non svela però nessun segreto. Da buon ex 007 comunque Warnig si è tenuto in questi anni sempre dietro le quinte, poco appariscente, ma la sua influenza è inversamente proporzionale al grado di pubblicità. In Germania dopo il tempo di Schröder è finito anche quello di Merkel, ma in Russia Matthias Warnig, ex spia della Stasi, è il garante che i rapporti tra Mosca e Berlino rimangano stretti, nonostante i bastoni tra le ruote che qualcuno regolarmente tenta di infilare.