La ricerca dell’acqua – e quindi di potenziali tracce di vita – su Marte rappresenta da decenni una delle più grandi sfide della scienza. Ulteriore tassello è arrivato mercoledì, quando un team di scienziati statunitensi ha annunciato la scoperta dei resti di un antico ghiacciaio nella zona equatoriale del pianeta rosso. Si tratta di sali minerali e tracce di morene, che confermano la presenza di acqua in un lontano passato. Pur non essendo il primo caso in assoluto, è la prima volta che si riscontrano simili elementi a latitudini così basse. «È probabile che parte dell’acqua allo stato liquido sia ancora protetta a bassa profondità», hanno riportato gli esperti alla Cnn.

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Dimensioni ed età dell’antico ghiacciaio scoperto all’equatore di Marte
I risultati dello studio sono stati annunciati nel corso della 54esima conferenza scientifica del Lunar and Planetary Institute e del Johnson Space Center della Nasa in Texas. Gli esperti hanno infatti individuato nella zona equatoriale di Marte alcuni depositi minerali contenenti sali di solfato. Il territorio presenta inoltre tracce di morene, ossia accumuli di materiali rocciosi e terrosi che i ghiacciai trasportano durante il loro spostamento continuo. Il team ha confermato la presenza nell’area di crepacci e profonde aperture a forma di cuneo molto simili a quelle presenti sulla Terra. Stando alle prime rilevazioni, il ghiacciaio misurava sei chilometri di lunghezza per quattro di larghezza, con un’altezza che poteva raggiungere i 1700 metri. Difficile la datazione, in quanto su Marte è in corso da 2,9 miliardi di anni quello che gli scienziati definiscono “periodo geologico amazzoniano”, caratterizzato da diverse attività glaciali.
REMAINS OF A MODERN GLACIER FOUND NEAR MARS' EQUATOR
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— Pascal Lee (@pascalleetweets) March 15, 2023
Sebbene sia complesso risalire alla data di formazione del ghiacciaio marziano, è possibile descriverne il processo di conservazione. La regione equatoriale del pianeta è soggetta a intensa attività vulcanica, che origina continuamente cenere, pomice e magma. Questi materiali, a contatto con l’acqua, avrebbero scatenato una reazione chimica creando uno strato di sale di solfato duro e resistente, che ha coperto e protetto l’area del ghiacciaio. La conseguente erosione nei secoli avrebbe oggi rivelato lo strato che ci consente di identificare le antiche tracce di acqua. «È la spiegazione più probabile che possiamo fornire con i dati in nostro possesso», ha dichiarato alla Cnn Sourabh Shubham, coautore dello studio assieme al dottor Pascal Lee, scienziato del Mars Institute. Un evento simile è avvenuto nelle saline dell’Altipiano boliviano, che presenta ancora oggi antiche isole di ghiaccio denominate salars.
Perché la scoperta di questo ghiacciaio è così importante
Come ha confermato la Cnn, l’attività glaciale su Marte è nota già da tempo in vari luoghi e latitudini più elevate. Tracce relativamente recenti all’equatore rappresentano una totale novità, tanto si ritiene possibile che sotto la superficie si conservi ancora acqua. «Non escludiamo che parte del ghiacciaio sia presente sotto il solfato a basse profondità», ha detto Lee. Per questo gli esperti hanno in programma ulteriori studi nei prossimi mesi, sperando di individuare tracce concrete o persino altre situazioni simili nelle aree limitrofe. La presenza di ghiaccio all’equatore infatti potrebbe non solo rivoluzionare la nostra conoscenza su Marte, ma anche la sua futura esplorazione. «I poli sono troppo freddi persino per i robot», ha concluso Lee. «Qui ci sono temperature accessibili e condizioni eccellenti per favorire la ricerca».
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