Mario Vattani, il fascio-rock rispolverato dal governo Meloni

Marco Fraquelli
26/02/2023

Come commissario italiano per l’Expo 2025 di Osaka arriva Mario Vattani, ambasciatore a Singapore con diverse ombre "nere". Diplomatico e musicista, si esibì pure a una manifestazione di CasaPound. Ma è figlio dell'ex dominus del ministero degli Esteri e vanta buone relazioni con Dini e Terzi.

Mario Vattani, il fascio-rock rispolverato dal governo Meloni

A fine gennaio 2023 Paolo Glisenti, già commissario per l’Italia per l’Expo di Dubai, ha lasciato lo stesso incarico che aveva ricevuto per l’Expo di Osaka del 2025. In una lettera inviata a Giorgia Meloni e Antonio Tajani, Glisenti ha motivato le sue dimissioni con l’inadeguatezza delle risorse messegli a disposizione, ma sembra proprio che il suo gesto rappresenti un inevitabile show-down, considerati i pessimi rapporti con il governo a trazione Fratelli d’Italia. Al suo posto, rilanciano alcune fonti di informazione, arriverà Mario Vattani, diplomatico di lungo corso: ha iniziato la carriera a 25 anni, dopo gli studi in Gran Bretagna, e ha ricoperto numerosi incarichi di prestigio: segretario generale della Farnesina, voluto da Lamberto Dini, poi funzionario a Washington, console al Cairo, consigliere diplomatico di Gianni Alemanno, all’epoca ministro delle Politiche agricole e forestali, funzionario all’ambasciata di Tokyo, consigliere diplomatico sempre di Alemanno, questa volta nelle vesti di sindaco di Roma, console plenipotenziario a Osaka, fino all’attuale incarico di ambasciatore a Singapore.

Mario Vattani, il fascio-rock rispolverato dal governo Meloni
Mario Vattani.

Il nome d’arte Katanga, CasaPound e i saluti romani

Vattani deve la sua popolarità al di fuori delle stanze ovattate della diplomazia grazie a un «incidente di percorso» che, nel 2012, gli varrà la sospensione di quattro mesi, senza stipendio, dall’incarico (sanzione poi annullata, grazie a una intricata vicenda di corsi e ricorsi al Tar). Cosa era successo? Che, l’anno prima, il diplomatico – con il nome d’arte di Katanga -, come documentato da un video su YouTube rilanciato da l’Unità, si era esibito con la sua band, i SottoFasciaSemplice, a una manifestazione di CasaPound, la “Tana delle tigri”, organizzata dietro allo stadio Olimpico di Roma, nella ex stazione di Italia 90 e svoltasi in un tripudio di inneggiamenti alla Repubblica sociale italiana, tra saluti romani e celebrazioni di squadristi e bandiere nere.

Il richiamo tardivo del ministro Terzi e il deferimento

L’allora ministro degli Esteri, Giulio Terzi, dovette richiamarlo in patria, deferendolo alla commissione disciplinare, sostenendo che il suo comportamento era incompatibile on l’incarico diplomatico. Ma forse era un po’ tardi per accorgersene, anche perché le frequentazioni di Vattani non erano certo un mistero. Il suo gruppo musicale era molto conosciuto sulla scena, come si dice, del fascio-rock capitolino (e non solo).

Il segreto di Pulcinella: tutti sapevano chi fosse

Certo, Vattani non si era mai esibito dal vivo, e firmava anonimamente i testi dei brani, ma che Katanga fosse Mario Vattani, nella Capitale, e non solo, era una specie di segreto di Pulcinella. Ben prima della esibizione incriminata, nell’ambiente tutti conoscevano la sua vera identità (Ugo Maria Tassinari, massimo esperto del campo neofascista, sul suo blog Fascinazione non si era fatto remore nel parlare di Katanga come di un «altissimo funzionario pubblico»).

Mario Vattani, il fascio-rock rispolverato dal governo Meloni
Mario Vattani in versione cantante fascio-rock.

Il gruppo Intolleranza e il Fronte della gioventù

La storia musicale di Vattani inizia appunto a metà Anni 80, quando fonda il gruppo Intolleranza in collaborazione con il Dart, Divisone Artistica, un progetto meta politico creato da un gruppo di giovani rautiani proprio con l’obiettivo di aggregare attorno alla cultura pop, e nello specifico, alla musica rock, militanti dell’estrema destra. Gli Intolleranza fanno il loro esordio nel settembre 1987 al meeting annuale del Fronte della Gioventù, ma il successo esplode nei concerti successivi, il primo in memoria di un giovane missino ucciso dalla polizia, Alberto Giaquinto, il secondo «Contro la droga». Cavalli di battaglia della band di Vattani canzoni come La Vandeana («Ride la folla e urla al sangue che colora/Il collo dei soldati fedeli alla Corona (…) Per vendicare chi morì sopra le ghigliottine/Per riabbracciare il sole di Francia sulle nostre colline») e soprattutto Werwolf, nella quale si descrivono le emozioni di un giovane soldato nazista che si trova a combattere tra le macerie di una Berlino invasa dagli alleati.

Rima baciata contro l’invasione degli immigrati

Come si conviene a ogni gruppo musicale attento all’attualità, anche le tematiche degli Intolleranza si evolvono, ed ecco allora una delle loro hit del 1991, Orda nera: «Sul bus, nella stazione, nelle strade, nei quartieri/L’invasione degli immigrati, oggi sono più di ieri. Si protestano sfrattati, ma a me non fanno pena/Sono pronti a infilarti un coltello nella schiena (…) Non posso sopportare l’invasione di stranieri/che fanno i padroni, nei nostri quartieri/Ne abbiamo già migliaia di ladri, di pezzenti/Questo il mio messaggio/Politici incoscienti».

Il progetto da solista denominato Sotto Fascia Semplice

L’apoteosi del gruppo è però del 1995, quando, prodotto dalla Rupe Tarpea Productions (nata nel 1993), esce un loro cd antologico, Tutti all’inferno, che contiene tutti i loro brani più famosi. Nel 1996, la Rtp annuncia la grande svolta: Katanga, abbandonati gli Intolleranza, si proporrà presto con un progetto solistico, denominato Sotto Fascia Semplice, «una produzione sulla cui durezza siamo stati personalmente rassicurati dall’autore». Da allora, Mario Vattani, alias Katanga, firma una serie di canzoni di successo, come Perseo, Crociato e Filo Spinato. Nello stesso tempo collabora con un altro gruppo molto quotato della scena fascio-rock, gli Zetazeroalfa, il cui cantante è il fondatore di CasaPound, Gianluca Iannone.

Il padre Umberto ex dominus del ministero degli Esteri

Superata agevolmente l’impasse, Vattani riprende speditamente la sua carriera diplomatica. Ovviamente contano le buone relazioni (Dini, Terzi, eccetera), ma anche l’essere figlio di Umberto Vattani che, con il fratello Alessandro, è stato dominus indiscusso del ministero degli Affari esteri per oltre 30 anni, ricoprendo una serie impressionante di ruoli di prestigio, dalla rappresentanza all’Onu, per dirne qualcuno, a quello presso l’Ocse a Parigi, da plenipotenziario all’ambasciata di Londra agli incarichi di consigliere diplomatico per vari presidenti del Consiglio, da Ambasciatore a Bonn a rappresentante permanente presso l’Unione europea. E tutto col benestare di destra, sinistra e centro.

Mario Vattani, il fascio-rock rispolverato dal governo Meloni
Il discusso diplomatico Mario Vattani.

Si candidò senza successo nel 2013 con La Destra di Storace

Ora è la volta della seconda generazione e quindi del figlio Mario che, a differenza del padre, ha però sempre privilegiato i rapporti con la destra radicale. Tentò anche, senza successo, era il 2013, di candidarsi alle Politiche con La Destra di Storace. Ora, con la destra in grande spolvero, c’è da scommettere che per il diplomatico fascio-rock si apre una nuova stagione di successo. Magari non musicale, ma comunque importante.