«C’ è ancora da lavorare». Così il premier Mario Draghi risponde a chi gli chiede se è soddisfatto delle conclusioni del Consiglio Europeo in corso a Bruxelles
In merito alla ripresa post-Covid la posizione italiana è quella di agire presto e con tempestività al fine di preservare quella transizione ecologica che ha i suoi tempi e i suoi costi, ma che è imprescindibile.
Draghi porta in Europa il problema del rincaro degli energetici
Il presidente Mario Draghi si era presentato all’Europa Building di Bruxelles portando un messaggio netto al Consiglio europeo: il dossier dei rincari energetici non può subire dilazioni. Il tema, nella prima giornata del vertice è caldissimo.
Solo a notte fonda i 27 leader sono riusciti a trovare un’intesa dando priorità alle linee messe in campo dalla commissione, incluso l’acquisto – su base volontaria – si stock comuni di gas.
Il nodo del mix energetico
E i capi di Stato e di governo hanno trovato una mediazione sul grande nodo del mix energetico, ovvero su quali fonti i Paesi useranno, con il placet del rating di sostenibilità europeo, per avviare la transizione ecologica. Nelle conclusioni del Consiglio, infatti, si sottolinea che verranno considerate le «specificità» dei vari Paesi. Chi pensa al gas, chi al nucleare, chi al carbone.
Draghi è stato tra i primi a intervenire, invocando linee di azioni urgenti.
Consiglio UE: la transizione ecologica è prioritaria
A Bruxelles il presidente del Consiglio ha messo subito sul tavolo l’importanza di un coordinamento europeo. «Bisogna intervenire al più presto per limitare gli aumenti del prezzo dell’energia, per preservare la ripresa e salvaguardare la transizione ecologica» ha spiegato Draghi. La toolbox elaborata dalla Commissione a inizio ottobre è un primo passo ma l’Italia – come anche la Spagna -si è presentata chiedendo più ambizione.
Pedro Sanchez, prima di entrare al vertice, ha sottolineato ad esempio che vorrebbe che una prima parte dell’iter si chiudesse già a dicembre. La discussione è stata «molto approfondita», spiega una fonte Ue usando una formula che spesso maschera evidenti divisioni. Del resto la stessa Angela Merkel sulla strada dello stoccaggio comune per calmierare i prezzi è tiepida. Più che intervenire sul mercato è «meglio adottare misure di sostegno sociale, come facciamo ad esempio in Germania», è stata la linea della cancelliera.