Marilena morta dopo 4 mesi di coma: aveva fatto un incidente col fidanzato
La ragazza non si è mai risvegliata dall'incidente avvenuto lo scorso 29 giugno.
Marilena Daddato è morta: non ha superato il coma dopo l’incidente avvenuto lo scorso 29 giugno. La ragazza è deceduta all’ospedale Bonomo di Andria, dove era ricoverata da allora. Quel giorno, la 19enne era su un motorino con il fidanzato per andare a prendere un casco a casa. Purtroppo, però, il motorino avrebbe perso aderenza con l’asfalto e la ragazza è caduta, battendo violentemente la testa. Da quel momento, la giovane aveva perso conoscenza e non si era più risvegliata.
Marilena è morta dopo il coma e l’incidente
Il ragazzo aveva subìto delle lesioni per via dell’incidente. A un primo esame, sarebbe risultato positivo alla cocaina. Qualche ora dopo, però, l’esame ripetuto non aveva evidenziato nulla. Se il giovane fosse stato sotto effetto di sostanze al momento dell’incidente, questo si configurerebbe come un’aggravante all’accusa di omicidio colposo, ma ora sta al pubblico ministero definire questo aspetto.
Marilena è morta sabato 22 ottobre. Le condizioni della ragazza erano gravi già al suo arrivo e i medici in questi mesi hanno fatto di tutto per salvarla. Purtroppo, le condizioni si sono rivelate molto gravi da subito, tanto che i medici non hanno potuto più nulla per salvarla.
L’accusa per il fidanzato è di omicidio colposo
Al momento, l’accusa è di omicidio colposo per il fidanzato, in quanto in quel momento ci sarebbe stato lui alla guida del motorino. Ora rischia dagli 8 ai 12 anni di carcere.
«Abbiamo avuto il tempo per salutarti, amore nostro. E quando hai capito che potevamo farcela da soli, ci hai lasciato. E noi ti abbiamo lasciato andare» ha scritto in una lettera a BarlettaViva la madre della ragazza. «Tutte le nostre energie le abbiamo concentrate su Marilena. È stata una combattente. Ci ha regalato gli ultimi momenti insieme con degli sguardi intensi, con i suoi occhi grandi. Abbiamo potuto starle accanto nella sua battaglia che era anche la nostra battaglia. È stato questo il nostro miracolo: poterle starle vicino mentre pian piano qualcosa di lei andava via. Ci ha impiegato tutta la sua forza, è stata caparbia, ha lottato, non si è arresa, anche se solo per dei piccoli momenti che potrebbe sembrare niente ma che per noi sono stati grandissimi» scrive.