Avrebbe compiuto 80 anni oggi Mariangela Melato, mattatrice del cinema e del teatro italiano scomparsa l’11 gennaio 2003 dopo una lunga malattia. Perfetta in ogni ruolo, dalle commedie alla Mimì metallurgico ferito nell’onore alle tragedie come l’Orestea di Eschilo diretta da Luca Ronconi e ai classici come Filumena Marturano insieme con Massimo Ranieri. «Mi considero un’attrice nel senso antico della parola», disse in un’intervista dopo il successo di Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto di Lina Wertmuller, «e un’attrice deve poter fare tutto, teatro, cinema, tv. E deve far piangere o ridere il pubblico, usando in modo diverso sempre i soliti ingredienti: la faccia, gli occhi, la bocca, il corpo. Senza troppi travestimenti».
Renzo Arbore ricorda Mariangela Melato
«Una donna di grande valore, modestia, signorilità, cultura, ironia, intelligenza e soprattutto con una grazia e nobiltà d’animo fuori dal comune», l’aveva ricordata Renzo Arbore, con cui Melato è stata legata sentimentalmente fino alla morte, in occasione della realizzazione nel 2017 di un documentario con cui la Rai la celebrava. «Era», ha aggiunto, «la più grande attrice italiana, non lo dico io ma Giancarlo Giannini. Veniva da una famiglia umile ma ha sempre studiato tantissimo per migliorarsi. Non parlava mai male di nessuno e nessuno parlava male di lei. Non provava mai invidia e sapeva apprezzare anche il talento di artisti umili purché fossero veri».
Da Fo, Visconti e Ronconi al successo con Lina Wertmuller
Milanese, Melato entra nel 1960 nella compagnia di Fantasio Piccoli. Dal 1963 fino al 1965 lavora con Dario Fo in Settimo ruba un po’ meno e La colpa è sempre del diavolo. Quindi con Luchino Visconti (La Monaca di Monza 1967) e con Luca Ronconi, l’anno successivo, nell’Orlando Furioso. Nel 1969 viene scoperta dal cinema. Dopo l’esordio con Pupi Avati in Thomas e gli indemoniati (1969), arrivano i grandi successi: Per grazia ricevuta di Nino Manfredi, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri, Travolti da un insolito destino di Lina Wertmuller, La poliziotta di Steno, Caro Michele di Mario Monicelli e Casotto di Sergio Citti. Restano alla storia i suoi duetti con Giancarlo Giannini, nei film della Wertmuller. «Con Giancarlo siamo sì amici, ma non come mi è capitato con altri partner di scena», aveva ammesso Mariangela Melato in una delle sue ultime interviste al Gazzettino di Venezia, «eppure il successo ha dimostrato che stavamo bene assieme, che c’era fusione chimica. Ci siamo capiti al volo».
Sette film per ricordare Mariangela Melato
La classe operaia va in paradiso (Elio Petri, 1971)
Nel capolavoro di Elio Petri, Mariangela Melato è Lidia, compagna di Ludovico Massa, detto Lulù, interpretato da Gian Maria Volonté. Lulù è un operaio distante dalle proteste in fabbrica: vuole solo lavorare e mantenersi. Un incidente sul lavoro gli farà cambiare idea. Il film valse a Melato il David Speciale e il Nastro D’Argento come Miglior attrice protagonista. La classe operaia va in paradiso vinse la Palma d’Oro al Festival di Cannes.
Mimì Metallurgico ferito nell’onore (Lina Wertmuller, 1972)
Nel 1972 Mariangela Melato recita al fianco di Giancarlo Giannini nel film di Lina Wertmüller Mimì Metallurgico ferito nell’onore. Giannini è Mimì: un uomo che dopo aver perso il lavoro si trasferisce a Torino, lasciando a Catania la moglie Rosalia. Lì, Mimì incontra Fiore, giovane lombarda interpretata dalla Melato, con la quale fa anche un figlio. Tornato in Sicilia, la triste scoperta: Mimì, tradito dalla moglie, decide di organizzare la sua vendetta. Presentato in concorso durante la 25esima edizione del Festival di Cannes, il film valse a entrambi gli attori il David di Donatello, il Nastro d’argento e il Globo d’Oro.
Travolti da un insolito destino… (Lina Wertmuller, 1974)
Nel 1974 in Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto Mariangela Melato veste i panni di Raffaella Pavone Lanzetti, una ricca borghese anticomunista che passa le sue vacanze su uno yacht nel mar Mediterraneo. Per un guasto al motore di uno dei gommoni, lei e Gennarino Carunchio, marinaio siciliano interpretato da Giancarlo Giannini, si ritrovano da soli in mare aperto. Approdati su un’isola deserta, i ruoli si invertono e Carunchio inizia a bistrattare la padrona.
Il Casotto (Sergio Citti, 1977)
Ne Il casotto di Sergio Citti (1977) una grande cabina collettiva sulla spiaggia di Ostia è occupata a turno da diversi personaggi. Tra loro, due donne, una di queste è Mariangela Melato, che tentano di sedurre un austero assicuratore.
La poliziotta (Steno, 1974)
Nel film La poliziotta (1974)diretto da Steno, Melato è Giovanna Abbastanzi, una segretaria di uno studio legale. La donna decide di diventare vigile urbano e inizia a far verbali e multe senza guardare in faccia nessuno. Il ruolo le valse il David di Donatello come Miglior attrice protagonista.
Film d’amore e d’anarchia (Lina Wertmuller, 1973)
In Film d’amore e d’anarchia di Wertmuller, Melato è Salomè, prostituta innamorata di un anarchico, che ospita nel bordello in cui lavora. Il suo amato è Antonio Soffiantini “Tunin” (Giancarlo Giannini), che per questo ruolo vince il premio per la Miglior interpretazione maschile a Cannes.
Caro Michele (Mario Monicelli, 1976)
Nel 1976 Mariangela Melato recita in Caro Michele di Mario Monicelli. Esiliato a Londra dopo le rivolte del 68, Michele comunica con la sua famiglia per via epistolare. Un giorno arriva la notizia della sua morte. Nel film, ispirato all’omonimo romanzo di Natalia Ginzburg, Melato è Mara Castorelli, ruolo che le valse il David di Donatello e il Nastro d’Argento.