Marco Rizzo brinda per la morte di Gorbaciov: «La aspettavo dal 1991»
Il leader di Italia sovrana e popolare l'ha definita una provocazione dadaista, ma in migliaia si sono scagliati contro di lui per l'uscita infelice.
Mentre alcuni tra i principali leader politici italiani e internazionali esprimevano il loro cordoglio per la morte di Mikhail Gorbaciov, ultimo presidente dell’Unione Sovietica morto all’età di 91 anni, Marco Rizzo brindava con «la migliore bottiglia che avevo». Un commento fuori luogo, quello del segretario generale del Partito Comunista, che ha dato il via ad un’orda di critiche nei suoi confronti.
Rizzo festeggia la morte di Gorbaciov
«Era dal 26 dicembre 1991 che aspettavo di stappare». Così l’uomo, tra i fondatori di Rifondazione Comunista e Italia sovrana e popolare, ha scritto sui suoi canali social pochi minuti dopo la notizia che ha sconvolto l’Occidente. Il politico sovietico è stato infatti uno dei protagonisti della scena mondiale degli anni Ottanta che contribuì, con il suo operato, a porre fine alla Guerra Fredda.
Una figura positiva per i leader occidentali, che da Biden a Macron fino a Berlusconi ne stanno piangendo la scomparsa, ma meno per i russi che nel 1991 tentarono un colpo di stato a suo danno. Una situazione che portò Gorbaciov alle dimissioni, ratificate proprio nella giornata citata da Rizzo nel suo tweet, e alla successiva dissoluzione dell’URSS.
Le reazioni
Proprio per la sua responsabilità nella fine dell’Unione Sovietica, il segretario del Partito Comunista (candidato anche alle prossime elezioni) lo ha ricordato con una frase a dir poco deplorevole che ha scatenato l’ira di migliaia di utenti. Oltre 3 mila infatti i commenti comparsi sotto la foto della bottiglia stappata condivisa su Facebook (oltre a quelli comparsi sotto i post di Instagram e Twitter), da chi ha parlato di «rovinosa caduta di stile» e «post ridicolo per nostalgici senza arte né parte» a chi l’ha invitato a vergognarsi definendo l’uscita «di pessimo gusto».
Ancora peggiore, secondo molti, la replica dello stesso Rizzo alle critiche per la sua frase, che ha definito una «provocazione dadaista»: «Ci sono persone che muoiono per guerra, per fame, per infortuni, per vaccini. Ogni sacro giorno. Muore uno della banda dei globalizzatori, metti una bottiglia di spumante, senza esplicitare un nome e si scatena l’inferno. Di chi? Dei giornaloni». Immediate le reazioni anche sotto questo secondo post, «una pezza peggiore del buco» che dimostra la sua «bassezza morale».