Perosino di Forza Italia, dalla mancata rielezione al ripescaggio con Zangrillo
Il 70enne ex senatore di Forza Italia non è stato rieletto, ma proprio non voleva uscire dal giro della politica romana e tornare a fare il sindaco a Priocca, paesino vicino Cuneo: sarà consigliere speciale per il ministro della Pa Paolo Zangrillo. Compenso da 10 mila euro l'anno, un rimborso spese. Ma non è chiaro per fare cosa.
Racconta, chi ci ha parlato negli ultimi tempi, che non volesse rimanere lontano da Roma. Che in fin dei conti Priocca, paesino di 2 mila abitanti nella provincia di Cuneo, di cui è sindaco, gli stesse stretto. E così Marco Perosino di Forza Italia, 70 anni suonati, si è dato da fare sin dal 26 settembre, in pratica il giorno dopo la mancata rielezione al Senato. Obiettivo: diventare consigliere del ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, collega di partito. E pare proprio che il risultato sia stato centrato.

Molto vicino al governatore piemontese Cirio
Il decreto di nomina dell’ex senatore molto vicino al governatore piemontese Alberto Cirio, apprende Tag43, è sulla scrivania del ministro in attesa della firma. La durata dell’incarico dovrebbe essere legata, come di solito avviene per i ruoli di diretta collaborazione, cioè a chiamata diretta, al mandato del ministro. Ma a differenza di molti altri casi di collaboratori, a Perosino non spetterà un gran compenso. Si parla – ma se ne avrà conferma dalla lettura del decreto di nomina una volta firmato – di 10 mila euro l’anno. Una sorta di rimborso spese.

Come il caso della Toffanin con Pichetto Fratin
Ma Perosino proprio ci teneva. Non voleva uscire dal giro romano e della politica nazionale. Lui, storico sindaco del suo paese di origine, Priocca, non voleva allontanarsi dalla Capitale dopo il giro in Senato nella scorsa legislatura. Continua così lo spirito solidale di Forza Italia nei confronti degli ex parlamentari rimasti fuori da Camera e Senato dopo le ultime Politiche. Prima di Zangrillo, infatti, era stato il corregionale titolare dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ad arruolare la ex senatrice Roberta Toffanin.

«Spero di portare avanti il lavoro iniziato». Ma quale?
Dell’incarico Perosino era piuttosto sicuro, anche se il decreto di nomina ci sta mettendo un po’ ad arrivare. Ma l’ex senatore già il 10 dicembre concedeva un’intervista a una testata piemontese locale annunciando: «Sarò consigliere speciale del ministro alla Pubblica amministrazione con delega agli enti locali, magari riuscirò a portare avanti il lavoro iniziato, lo spero». Quale sia questo lavoro è difficile da capire. Almeno spulciando le iniziative legislative durante il mandato da senatore. Cinque i disegni di legge presentati: uno sulle banche di credito cooperativo, uno sul contenimento dei danni causati dai cinghiali, un altro sulla tutela della sicurezza dei ciclisti, un altro per l’istituzione di un albo speciale dei periti d’arte e un ultimo per fronteggiare la situazione emergenziale da rischio alluvioni.
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Lo zampino contro il taglio dei parlamentari e su quel tetto da 240 mila euro…
Insomma, Perosino è uno di quei senatori che può benissimo essere definito un peone. Due i fatti principali della sua attività da senatore: la firma per il referendum contro il taglio dei parlamentari e un emendamento (su cui al dire il vero aveva poca responsabilità) per rimuovere il tetto dei 240 mila euro per gli stipendi dei più alti dirigenti pubblici. La sua proposta originaria puntava a equiparare il trattamento economico dei vertici delle forze di polizia con quello dei vertici della Guardia di finanza e dei carabinieri. Poi una manina cambiò il contenuto scatenando un putiferio e rendendo necessario l’intervento dell’ex premier Mario Draghi che cancellò la norma.