Marco Cappato si autodenuncia a Milano dopo il suicidio assistito di Elena
Marco Cappato ha presentato un'autodenuncia per aver aiutato Elena a ricorrere al suicidio assistito accompagnandola in Svizzera.
“Come cinque anni fa nel caso di DJ Fabo, oggi sono tornato nella stessa caserma dei carabinieri del centro storico per autodenunciarmi per aver accompagnato Elena in Svizzera per il suicidio assistito”. Così Marco Cappato ai cronisti all’uscita dal presidio dopo l’autodenuncia annunciata ieri sul suo profilo ufficiale Twitter. Il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni ha dichiarato di aver accompagnato Elena, una donna a cui era stato diagnosticato un cancro non curabile, a suicidarsi in un centro specializzato in Svizzera. L’attivista ha affermato anche di aver ricevuto segnali di vicinanza dal marito e dalla figlia della donna.
Marco Cappato si autodenuncia
Lo aveva annunciato su Twitter e lo ha fatto: Marco Cappato ha presentato formale autodenuncia dopo essersi recato in Svizzera. Non è la prima volta che ha affrontato un viaggio simile oltreconfine: l’uomo era infatti balzato alle cronache per aver aiutato DJ Fabo nel suo percorso verso il suicidio assistito. Per quella procedura, Marco aveva seguito tutto l’iter giudiziario e alla fine anche la Giustizia aveva dovuto ammettere il vuoto legislativo. Ora spera che lo stesso avvenga per le persone come Elena.
“Non c’è stata alcuna risposta da parte del Parlamento, della politica, dei capi dei grandi partiti. In queste ultime due legislature non è mai stata discussa nemmeno un minuto la nostra legge di iniziativa popolare presentata 9 anni fa”, ha spiegato Cappato. Ora l’attivista rischia fino a 12 anni di carcere, ma ha dichiarato agli inquirenti di essere disponibile a rifarlo se qualcun altro glielo chiederà.
La storia di Elena
Elena, la donna che Cappato ha portato in Svizzera per il suicidio assistito, aveva lasciato le sue ultime volontà in un video dopo aver ricevuto, nel 2021, una diagnosi di microcitoma polmonare. Un cancro molto grave, al quale le terapie non reagivano. I medici le hanno detto che avrebbe avuto pochi mesi di vita e lei ha così deciso di non lasciare il tempo alla malattia e togliersi la vita. L’unico rammarico è stato quello di non poterlo fare a casa sua.

“Sono sempre stata convinta che ogni persona debba decidere sulla propria vita e debba farlo anche sulla propria fine, senza costrizioni, senza imposizioni, liberamente, e credo di averlo fatto, dopo averci pensato parecchio, mettendo anche in atto convinzioni che avevo anche prima della malattia”, aveva spiegato nel video. Poi, l’ultimo viaggio verso la Svizzera.