La Nuova Zelanda dovrebbe cambiare nome, almeno secondo il partito Maori. L’idea, sancita in una petizione, è quella di rinominare l’isola in Aotearoa, come è chiamata nell’idioma indigeno. «È passato molto tempo da quando il Te Reo Maori è stato riportato al suo posto, come lingua ufficiale di questo Paese», hanno detto i leader di Te Pāti Maori, Rawiei Waititi e Debbie Ngarewa-Packer, riportati dal Guardian. «Siamo un Paese polinesiano, siamo Aotearoa. È un nome che unificherà la nostra nazione, invece che dividerla. Nuova Zelanda è un termine olandese, e perfino gli olandesi hanno cambiato nome in Paesi Bassi!».
Māori Party launches petition to change NZ's official name to Aotearoa: https://t.co/WoxhYHmC0Z pic.twitter.com/tOcsM1zdwo
— 1News (@1NewsNZ) September 13, 2021
La petizione chiede inoltre al governo di Jacinda Ardern di «identificare e ripristinare ufficialmente i nomi originali maori per le città e i luoghi in tutto il Paese» nei prossimi cinque anni, completando il processo entro il 2026. «I Tangata whenua (il popolo maori, ndr) sono stufi di sentire i propri nomi dilaniati, imbastarditi e ignorati. È il XXI secolo, le cose devono cambiare», si legge. Il partito ha anche accusato i governi che si sono succeduti negli anni di aver imposto «un’agenda coloniale nel sistema educativo», causando una perdita nella diffusione della lingua, calata dal 90 al 20 per cento in 90 anni. «È dovere fare tutto il possibile per restaurare lo status della nostra lingua, rendendola accessibile ovunque: in radio, in televisione, sui segnali stradali, sulle mappe».
Aotearoa, un nome sempre più comune in Nuova Zelanda
Nel corso del tempo i neozelandesi, compresi funzionari statali, leader politici e aziende, hanno sempre più utilizzato Aotearoa in modo intercambiabile con Nuova Zelanda. Il primo ministro Ardern ha però affermato nel 2020 che il cambio di nome «non è un qualcosa che il governo ha considerato», pur riconoscendo l’uso comune del nome maori: «Sento sempre più spesso l’uso di Aotearoa, e questa è una cosa positiva. Che si cambi o meno, i neozelandesi fanno sempre più riferimento al nome maori, e questa transizione è stata accolta favorevolmente da tutta la popolazione», ha detto.
La destra si oppone al cambio di nome di Nuova Zelanda
In realtà, la transizione cui ha fatto riferimento Ardern non è stata così tranquilla. A destra, la leader del Partito nazionale Judith Collins ha chiesto un referendum sull’uso di Aotearoa per diversi motivi, affermando che la sua diffusione era stata attuata «di nascosto». Il deputato dello stesso partito Stuart Smith ha invece lanciato l’idea di vietarne l’uso da parte dei funzionari pubblici. l leader del partito conservatore ACT David Seymour ha invece scritto su Twitter: «Le persone sono già libere di usare i toponimi Maori. Quello che il Partito Maori sta dicendo è che vorrebbe vietare alle persone di chiamare il nostro paese Nuova Zelanda».
People are already free to use Māori place names.
What the Māori Party is saying is it would like to ban people calling our country New Zealand.
It should focus on real issues, like the 1.6 million people in Tāmaki Makaurau in lockdown. https://t.co/DvRo84rOsz
— David Seymour (@dbseymour) September 13, 2021
La lingua maori in Nuova Zelanda, un percorso lungo quasi 50 anni
Il lancio della petizione arriva a 49 anni da un’altra petizione, quella presentata in Parlamento per rendere il maori una delle lingue ufficiali della Nuova Zelanda. «Riconosco il merito di chi ha lanciato quella sfida», ha detto Waititi. «Nel 2021 continuiamo a percorrere quella strada e a spingerci oltre, per far sì che il lavoro fatto fin qui non vada perso. Vogliamo creare una Aotearoa migliore per il nostro mokopuna, la prossima generazione». Nelle prime due ore e mezza la petizione ha raccolto già 3 mila firme (in Nuova Zelanda vivono poco meno di 5 milioni di persone). «Siamo pronti al cambiamento», ha concluso Waititi.