Google rimuove dallo store l’app malese del governo che «guariva i gay»
Eliminata dallo store, la piattaforma del governo malese era online dal 2016 e si prefiggeva di far tornare «all'originario stato di purezza le persone omosessuali». Per riuscire nell'intento venivano condivisi passi del Corano ed «esperienze di conversione».
«Tornare alla normale natura e ritrovare lo stato di purezza». Questa la mission di un’app del governo della Malesia che intendeva «curare l’omosessualità». Attiva dal 2016, non è più disponibile sul Play Store di Google per palese violazione delle linee guida della piattaforma. Si tratta dell’ennesimo esempio di discriminazione in un Paese dove l’omosessualità è ancora oggi un reato.
L’app online dal luglio 2016 tracciava il percorso per «guarire dall’omosessualità»
L’applicazione, il cui nome Hijrah Diri significa letteralmente pellegrinaggio personale, era stata lanciata online dal governo malese nel luglio 2016. Con il download gratuito si otteneva l’accesso a un e-book che descriveva nel dettaglio l’esperienza di un uomo gay che, durante il Ramadan, sarebbe guarito dall’omosessualità tornando così al suo «naturale stato di purezza». Attraverso alcuni passi del Corano (i due terzi della popolazione malese è di fede musulmana), infatti, l’app si proponeva di riallineare il lettore verso uno stile di vita più adeguato ai precetti dell’Islam.

Attiva per anni nel Paese, è finita in questi giorni all’attenzione di Google dopo la condivisione su Twitter da parte del Jakim, il Dipartimento dello Sviluppo Islamico in Malesia. Una sorta di autogol che non è passato inosservato agli occhi del colosso tecnologico. «Ogni volta che riceviamo una segnalazione, indaghiamo sulla regolarità dell’app con la nostra policy», ha dichiarato Google al Guardian nel confermare di aver rimosso il servizio dal Play Store. «Il nostro obiettivo è garantire un’esperienza sicura per tutti». Il regolamento dell’azienda statunitense infatti non consente la pubblicazione di applicazioni che ingannano gli utenti e consentono comportamenti disonesti. Ancora nessuna risposta da parte del Jakim.
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Le comunità Lgbtq+ chiedono a Google maggiore controllo preventivo
«La terapia di conversione è una pratica profondamente discriminatoria e dannosa», ha dichiarato Rachel Chhoa-Howard di Amnesty International. «Chiediamo alle autorità di garantire il rispetto e la tutela dei diritti LGBTQ+ in Malesia». Nonostante la soddisfazione, le comunità omosessuali chiedono però a Google un controllo preventivo più attento e deciso. Numan Afifi, fondatore del gruppo Pelangi Campaign, ha infatti ricordato come nel Paese gli omosessuali debbano già affrontare censure, sorveglianza continua e persino incursione durante i loro incontri privati. Come ricorda il Guardian, infatti, in Malesia non vi è alcun tipo di riconoscimento dei diritti Lgbtq+, tanto che la legge vieta categoricamente ogni unione omosessuale. Hijrah Diri non è inoltre l’unica app rimossa dal Play Store: già nel 2019 aveva subito la stessa sorte un servizio del gruppo Living Hope Ministries che paragonava l’omosessualità a una malattia da debellare.