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Maledetta primavera: la storia della canzone di Loretta Goggi disco di platino a Tale e Quale Show

Composta per la sigla di Hello Goggi, la canzone arrivò seconda al festival di Sanremo del 1981. Dalle curve degli stadi ai gay pride, storia di un brano che ha compiuto 40 anni.

6 Novembre 2021 13:146 Novembre 2021 13:36 Redazione
loretta goggi e la storia di maledetta primavera

La finale di Tale e Quale Show del 5 novembre, che ha visto trionfare i Gemelli di Guidonia in versione Beatles, è iniziata con una sorpresa: Carlo Conti ha consegnato alla giurata Loretta Goggi il disco di platino per Maledetta primavera, successo del 1981 che quest’anno, rieditato, ha superato le 70 mila copie.

“Help” canzone indimenticabile dei @thebeatles!
I @GemelliGuidonia meritano il podio? 👀#taleequaleshow pic.twitter.com/bUZPVAwKWX

— Tale e Quale Show (@taleequaleshow) November 5, 2021

Loretta Goggi riceve il disco di platino per Maledetta primavera

«Prima di iniziare c’è una cosa importantissima», ha detto Conti a una Loretta Goggi commossa. «È un onore per me dare un riconoscimento particolare. A Tale e Quale abbiamo un grande onore. La Warner Music Italia, con la certificazione FIMI, ti consegna il disco di platino…una cosa clamorosa che nel mondo non è mai successa…per le vendite di quest’anno di Maledetta primavera. Parliamo di un brano di 40 anni fa. Soltanto quest’anno, nel 2021, è stato rieditato e ha superato le 70 mila unità, che si uniscono a milioni e milioni di copie vendute». «Ringrazio il mio pubblico», ha risposto Goggi, «è tanto, mi vogliono bene. Sono felice perché se questa canzone, dopo 40 anni, ancora viene scaricata o acquistata lo devo al pubblico. Non avrei mai pensato di arrivare a 70 mila copie». A interpretare il successo arrivato secondo al 31esimo Festival di Sanremo dopo Per Elisa di Alice, è stata Serena Autieri, vincitrice della prima edizione di Tale e Quale.

Maledetta primavera ❤️ @sautieri #taleequaleshow pic.twitter.com/H0Lqg9s69j

— Tale e Quale Show (@taleequaleshow) November 5, 2021

Loretta Goggi e la storia di Maledetta primavera

Il testo di Maledetta primavera fu scritto da Amerigo Cassella su musica di Gaetano Savio. Loretta Goggi la portò al Festival di Sanremo del 1981 arrivando seconda dietro ad Alice. E dire che in un primo momento la canzone aveva un titolo diverso, fu Goggi a insistere per quel “maledetta”, termine giudicato inappropriato dai discografici. Il brano era la sigla di Hello Goggi, il primo varietà della neonata Canale 5. Il programma, però, subì uno slittamento della messa in onda e così Goggi decise di proporre la canzone, di fatto inedita, a Sanremo. Fu un successo, e non solo in Italia.

 

Il singolo venne distribuito anche in Germania, in Francia, in Portogallo, Olanda, Svizzera e in Austria. La canzone tornò sul palco dell’Ariston nel 1996 riproposta da Giorgia.

Maledetta primavera: dagli stadi a inno della comunità Lgbt

Maledetta primavera è diventata negli anni anche un coro da stadio. I primi a usarla, nel 1985, furono i tifosi dell’Hellas Verona. Nel 2010 fu la volta della Curva Sud della Roma, di cui la stessa Goggi è tifosa. Bepi & The Prismas la trasformarono in Massimo Carrera, cover in bergamasco in onore dell’ex capitano dell’Atalanta.

 

Non solo. Maledetta primavera è diventato un brano culto del mondo LGBT, eseguito in numerosi Gay Pride anche all’estero.

Syria in Galleria Vittorio Emanuele a Milano: perché Maledetta primavera è un successo senza tempo

«Ricordo che mi avevano sconsigliato di cantare: lo stereotipo voleva le showgirl adatte alle marcette. Nessuno pensava che avrei potuto avere l’estensione e la potenza di Mina o Barbra Streisand. E invece, con un’incoscienza pazzesca, andai avanti. E poi è andata come sappiamo», aveva ricordato all‘Ansa il 5 febbraio Loretta Goggi in occasione dei 40 anni di Maledetta primavera. «Mi fa piacere che la canzone abbia ancora una vita: penso a Syria che l’ha intonata a cappella qualche giorno fa, in Galleria Vittorio Emanuele a Milano… Il video ha fatto il giro del web, a conferma dell’amore della gente per quel pezzo».

 

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