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Coni d’ombra

Gli strascichi del caso Bochicchio, il broker suo amico che avrebbe truffato Antonio Conte e alcuni personaggi della Roma bene, proiettano incognite sul quasi scontato terzo mandato di Malagò alla guida del Comitato olimpico.

12 Maggio 2021 18:0613 Maggio 2021 08:15 Giovanna Predoni
Malagò verso la conferma al Coni

Giovanni Malagò va alla ricerca della riconferma alla presidenza del Coni in un contesto diverso rispetto al passato. In carica dal 2013, quindi due mandati consecutivi, l’uomo simbolo del Circolo dell’Aniene e della Roma che conta si è candidato per un terzo e malignamente, come in tanti sperano, ultimo. Si vota il 13 maggio a Milano, nella blasonata atmosfera del Circolo del tennis Bonacossa. Lui è il grande favorito, visto che dalla sua ha il supporto dalle Federazioni calcio (Figc) e basket (Fip), un serbatoio di voti e di potere. Dopo il flop per le Olimpiadi di Roma ora punta tutto su quelle invernali di Milano-Cortina 2026.

Le grane di Malagò

Ma Malagò ha qualche problema. Si ritrova infatti indagato dalla procura di Milano per falso, nell’inchiesta sull’elezione di Gaetano Micciché a presidente della Lega Seria A nel 2018. Ma non c’è solo questo. Ci sono gli strascichi della vicenda di Massimo Bochicchio, il broker che avrebbe truffato tra gli altri l’allenatore dell’Inter Antonio Conte. Bochicchio è sotto indagine sia a Milano sia a Roma. Per le sue truffe avrebbe utilizzato, secondo le accuse che gli muovono i pm, carta intestata della Hong Kong Shanghai Bank, l’istituto londinese dove è stato consulente per anni. Nei mesi scorsi è emerso come Malagò fosse vicino a Bochicchio, tanto da averlo introdotto nei salotti della Roma bene per trovare nuovi clienti. Nelle intercettazioni è emerso come proprio Antonio Conte si fosse rivolto a lui quando aveva iniziato a sospettare di essere stato truffato da Bochicchio.

Malagò verso la riconferma al Coni
Malagò festeggia l’assegnazione delle Olimpiadi invernali a Milano e Cortina (Getty Images).

La candidatura paracadute di Chimenti

Insomma, che Malagò sia eletto per il terzo mandato è quasi scontato. Così come il fatto che in futuro l’ombra delle procure potrebbe pesare sulla sua presidenza. Tanto che alle elezioni del Comitato olimpico si è presentato un candidato che sembra quasi un suo doppione. Si chiama Franco Chimenti, ed è noto per essere il numero uno della Federgolf. «Non è una candidatura alternativa, ma rafforzativa. Gli ho detto: voglio aiutarti dall’interno. È una decisione pienamente condivisa da Malagò», ha spiegato nei giorni scorsi Chimenti di cui, dato il buon vantaggio di Malagò sugli altri candidati, Antonella Bellutti e Renato Di Rocco, forse non ci sarebbe stato bisogno. E infatti, alla vigilia delle votazioni, Chimenti ha pensato bene di ritirare la sua candidatura. E allora perché candidarsi? I ben informati sostengono che il timore delle procure – e quello che potrebbe arrivare sul già due volte presidente – abbiano convinto Chimenti a candidarsi in funzione di paracadute. A lato dei veleni intorno alla candidatura di Chimenti, c’è chi storce il naso sul fatto che il Coni targato Malagò si distingua sempre per le spese faraoniche. Le prossime Olimpiadi in Giappone saranno senza pubblico, e anzi c’è chi vorrebbe anche annullarle perché il Paese sta attraversando la quarta ondata dell’epidemia. Eppure Casa Italia, che ospiterà la rappresentanza del nostro Paese ai giochi, è già costata 15 milioni di euro. Gli sponsor hanno dato una mano, ma la cifra è comunque esorbitante.

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