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Mafia, sette boss arrestati a Palermo: spunta lo «statuto dei padri costituenti»

Dalle conversazioni intercettate tramite cimici si è scoperto che i boss continuano a rispettare le vecchie regole mafiose e ad imporne l’osservanza agli affiliati.

24 Gennaio 2023 11:17 Debora Faravelli
I Carabinieri di Palermo hanno arrestato sette boss mafiosi colpendo la "famiglia" di Rocca Mezzomonreale e i suoi vertici.

I Carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo hanno arrestato sette boss mafiosi colpendo la “famiglia” di Rocca Mezzomonreale e i suoi vertici, già condannati in via definitiva e tornati liberi dopo aver scontato la pena. Tra le intercettazioni di uno dei boss catturati, ne spunta una in cui si fa riferimento ad uno «statuto scritto dai padri costituenti», che i magistrati ritengono importantissima perché conferma l’osservanza, da parte dei capimafia, di regole ferree stabilite da una sorta di Costituzione.

Boss arrestati a Palermo

Con il blitz, coordinato dalla Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, sono finiti in cella anche uomini d’onore riservati, sfuggiti finora alle indagini, che sarebbero stati chiamati in azione solo in momenti di criticità per la cosca. Per cinque degli indagati è stato disposto il carcere, per due di loro gli arresti domiciliari.

I Carabinieri di Palermo hanno arrestato sette boss mafiosi colpendo la "famiglia" di Rocca Mezzomonreale e i suoi vertici.
Carabinieri (Pixabay)

L’operazione, condotta tra Riesi, nel Nisseno, e Rimini, ha permesso di smantellare la famiglia mafiosa di Rocca Mezzomonreale, costola del mandamento palermitano di Pagliarelli. Ha inoltre confermato le storiche figure di vertice, già in passato protagoniste di episodi molto rilevanti per la vita dell’associazione mafiosa, come la gestione del viaggio a Marsiglia del boss Bernardo Provenzano per sottoporsi a cure mediche o la tenuta dei contatti con l’ex latitante trapanese Matteo Messina Denaro, arrestato la scorsa settimana nel capoluogo siciliano.

I Carabinieri di Palermo hanno arrestato sette boss mafiosi colpendo la "famiglia" di Rocca Mezzomonreale e i suoi vertici.
Carabinieri (Pixabay)

Lo statuto scritto dai padri costituenti

Dalle conversazioni intercettate tramite le cimici installate dagli investigatori, si è scoperto che i boss continuano a rispettare le vecchie regole mafiose e ad imporne l’osservanza agli affiliati. Nell’ambito della conversazione registrata, definita dal gip «di estrema rarità nell’esperienza giudiziaria», viene più volte richiamata l’esistenza di un «codice mafioso scritto» dai fondatori di Cosa Nostra. Si tratta di principi che i capimafia continuano a considerare il baluardo dell’esistenza stessa del clan, custoditi gelosamente da decenni e che, ancora oggi, regolano la vita della cosca palermitana.

 

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