Sospensione per 20 giorni e riduzione dello stipendio: è questa la misura sanzionatoria inflitta a una maestra della scuola primaria di San Vero Milis in provincia di Oristano. Marisa Francescangeli, questo il suo nome, ha ricevuto la notifica a seguito delle verifiche partite dopo che due mamme si erano lamentate per i «lavoretti» che la docente aveva chiesto agli alunni il 22 dicembre, a pochi giorni dal Natale.
Maestra sospesa per aver fatto recitare l’Ave Maria
L’accusa non ha riguardato tanto la forma quanto la simbologia religiosa: l’insegnante aveva chiesto agli studenti di realizzare un piccolo rosario con delle perline, ma non solo. Aveva chiesto loro di recitare due preghiere, l’Ave Maria e il Padre Nostro. La donna si è difesa adducendo a normalità le sue richieste: «Nelle mie classi tutti gli scolari, con il consenso dei genitori, partecipano all’ora di religione. Mi sono persino scusata, ma evidentemente non è stato sufficiente. Ora mi sono dovuta rivolgere ad un avvocato, abbiamo chiesto l’accesso agli atti, ricorreremo in tribunale».
La risposta del sindacato e le polemiche della Lega
Il sindacato è intervenuto nella questione, e ha contestato la sospensione perché non le è stata data né la possibilità di motivare il suo comportamento né di presentare controdeduzioni. A livello nazionale, la notizia ha avuto grande risalto, causando numerose e diverse reazioni, a iniziare dai deputati della Lega Giorgia Latini e Rossano Sasso, vicepresidente e capogruppo in Commissione cultura, scienza e istruzione, che hanno chiesto l’intervento del ministro Valditara, affermando che: «Non si può sospendere una maestra per aver recitato il Padre Nostro in classe il giorno prima delle vacanze natalizie. Qui si è andati ben oltre la lesione della dignità e dei diritti di un lavoratore. Se fosse tutto vero saremmo dinanzi ad una vera e propria follia».
Solidarietà per l’insegnante
Non sono mancate le attestazioni di solidarietà sui social, come questo post dedicato alla maestra: «Conosco bene Marisa Francescangeli e so che è una bravissima insegnante che da sempre svolge il suo lavoro con dedizione e impegno. Trovo eccessivo e fuori luogo il provvedimento dirigenziale, nel merito e per il contesto in cui è maturato, tenuto conto anche che i genitori degli alunni avevano condiviso l’unità didattica realizzata. La laicità della scuola non si difende di certo in questo modo. Solidarietà e un caro abbraccio a Marisa».
Anche la nota pagina L’Eco di Barbagia ha ripreso l’accaduto scrivendo: «La new generation è quella che porta alla sospensione di una maestra della scuola primaria per 20 giorni, con decurtazione anche dello stipendio. La colpa? Aver recitato il padre nostro e l’ave Maria con i suoi bambini nel periodo natalizio. No, non è un film di fantascienza: è successo veramente, a San Vero Milis. Piena solidarietà alla maestra Marisa Francescangeli. Non ho parole».