Incontro Macron-Putin: cosa può ottenere e cosa rischia il presidente francese
Il presidente francese vuole assumere il ruolo di king maker con l'obiettivo di distendere la tensione tra Russia e Occidente. E diventare il capofila dell'Ue. Ma in caso di fallimento, potrebbe risentirne alle prossime Presidenziali.
Dopo tre conversazioni telefoniche tra l’Eliseo e il Cremlino, sale l’attesa per il faccia a faccia di oggi 7 febbraio a Mosca tra il presidente francese Emmanuel Macron e quello russo Vladimir Putin. All’ordine del giorno c’è naturalmente la questione ucraina. L’obiettivo di Parigi è convincere Mosca a ritirare almeno una parte delle truppe schierate al confine del Paese. Una partita difficile per Macron che in vista delle Presidenziali del prossimo aprile cerca di assumere il ruolo di king maker e di riportare l’Unione europea al centro della scena diplomatica. All’incontro saranno presenti solo i due capi di Stato accompagnati da una ridottissima delegazione.

Macron cercherà di rilanciare i negoziati del quartetto normanno
La Francia (che ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea) insieme con la Germania e l’Italia, è una delle colombe della Nato e insiste per il dialogo con Mosca. Una rottura con Putin comporterebbe infatti un pericoloso avvicinamento di quest’ultimo alla Cina, con evidenti ricadute sui mercati. Non ultimo quello dell’energia. Con tutta probabilità il presidente francese rilancerà una nuova serie di negoziati con il cosiddetto quartetto normanno composto da Francia, Germania, Russia e Ucraina. Sempre lunedì il cancelliere tedesco Olaf Scholz incontrerà il presidente Usa Joe Biden a Washington. Sul tavolo, secondo il Financial Times, la riduzione della dipendenza energetica dell’Europa dal gas russo.
Putin ha già ottenuto l’attenzione dell’Occidente
Per il Cremlino la priorità è ripristinare l’architettura della sicurezza e delle alleanze militari in Europa. Una richiesta a cui la Francia da sola non può evidentemente rispondere. Però Macron, è l’analisi di France Info, tenterà di ottenere un segno di buona volontà da Putin. Un primo passo verso la de-escalation della tensione al confine ucraino dove continuano ad arrivare truppe. Per Putin l’incontro è già un successo: è riuscito a costringere l’Occidente ad ascoltare le sue rivendicazioni. Il punto è capire se questo sarà sufficiente per un ritiro, totale o parziale, dei soldati. In un’intervista al Journal du Dimanche, il presidente francese ha spiegato che il ruolo di Parigi è «preventivo e ha come obiettivo abbassare la tensione per evitare un conflitto armato». Un confronto faccia a faccia, ha aggiunto Macron, è sicuramente più efficace che una video call.

L’ultimo incontro tra Putin e Macron alla Fortezza di Brégançon nel 2019
L’ultima volta che i due capi di Stato si sono incontrati è stata nell’estate 2019 quando Macron invitò Putin alla Fortezza di Brégançon, dal 1968 sede delle vacanze estive dei presidenti francesi in Costa Azzurra. Dopo nulla. Un po’ per la crisi dovuta alla pandemia, un po’ perché i russi non erano troppo interessati. A questo va aggiunto che una buona parte dei Paesi europei era (e rimane) contraria a un dialogo bilaterale con Mosca. Macron prima di incontrare Putin ha sentito Biden e i tre rappresentanti dei Paesi Baltici in una logica, ha sottolineato l’Eliseo, di coordinamento. Dopo l’incontro con Putin, invece Macron volerà a Kiev per incontrare l’ucraino Volodymyr Zelensky.
La scommessa di Macron e le possibili ricadute sulle Presidenziali di aprile
Lo sforzo di Macron resta comunque una scommessa. Se la tensione con Mosca di alleggerisse, il presidente francese guadagnerebbe punti sullo scenario internazionale. Se, invece, dovesse precipitare, farebbe la fine di un boxeur che tira pugni al vuoto e rimanere isolato in Europa. Un rischio a due mesi dal primo turno delle Presidenziali. Come ha spiegato a France Info un consigliere del governo: «Le questioni internazionali non fanno vincere le elezioni, ma potrebbero fare perdere dei punti». «C’è una buona dose di rischio», ha ribadito una fonte vicina all’Eliseo, «ma Macron ha sempre amato prendersene».