Ma Huateng, l’impero del magnate cinese dalla messaggistica ai videogiochi

Federico Giuliani
25/12/2022

L'ascesa di Ma Huateng detto Pony, padrone di Tencent Holdings e 34esimo uomo più ricco del mondo. Un fatturato da oltre 32 miliardi di dollari, le mani su WeChat, Fortnite, ma anche Tesla e Spotify. Con una battuta d'arresto dovuta anche alla zero Covid policy. Ma già pronto a giocarsi il prossimo jolly.

Ma Huateng, l’impero del magnate cinese dalla messaggistica ai videogiochi

Se il nome di Ma Huateng non vi dice niente, potete sempre approfondire la vostra ricerca usando il suo soprannome: Pony Ma. Se neppure così riuscite a capire che stiamo parlando del quarto uomo più ricco della Cina, il 34esimo nella classifica Forbes 2022 dei paperoni mondiali, i vostri dubbi inizieranno probabilmente a dissiparsi quando capirete che stiamo parlando del presidente e amministratore delegato di Tencent Holdings. Questo conglomerato tecnologico, fatturato di oltre 32 miliardi di dollari nel 2021, ha in bacheca molteplici investimenti. È il proprietario della app di messaggistica istantanea WeChat e, limitandoci a descrivere la sua punta dell’iceberg, vanta una presenza chiave nel settore dei videogiochi. Soprattutto quelli diffusi in Occidente, e ai quali i vostri figli stanno probabilmente giocando proprio adesso nelle loro camerette.

Gli affari con i videogiochi dalle uova d’oro

La lista sarebbe lunghissima ma, solo per fare qualche nome, l’azienda di Mister Ma controlla il 100 per cento della statunitense Riot Games, sviluppatrice della saga League of Legends, gioco per pc dal fatturato di oltre 1,3 miliardi all’anno, il 40 per cento di Epic Games, che ha invece pubblicato Fortnite, un’altra epopea videoludica dalle uova d’oro, e pure il 5 per cento di Ubisoft e Blizzard, padri di gemme quali Assassin’s Creed e World of Warcraft. Le mani di Ma, Huateng, o Pony che dir si voglia, sono pressoché ovunque. Tencent detiene partecipazioni nel prodotto di auto elettriche Tesla e pure nel servizio streaming musicale Spotify, che a sua volta ha una partecipazione in Tencent Music, società controllata dalla stessa Tencent che sviluppa servizi di streaming musicale per il mercato cinese.

Ma Huateng, l'impero del magnate cinese dalla messaggistica ai videogiochi
Una vecchia foto di Ma Huateng nel suo ufficio. (Getty)

Il signor “cavallo”: gli inizi come sviluppatore di software

Dopo gli studi in informatica all’Università di Shenzhen, nel 2007 Ma è stato definito dal Times uno degli uomini più influenti al mondo. Sappiamo pochissimo della vita privata di questo tycoon, che appare sui media con il contagocce e mantiene uno stile riservato. Nato a Chaoyang, nel Guangdong, suo padre Ma Chenshu ha lavorato come direttore di porto a Shenzhen. È sposato con Wang Danting e il suo soprannome, Pony Ma, deriva banalmente dalla traduzione inglese del cognome Ma, che in cinese significa “cavallo“. Prima di avviare Tencent nel 1998 insieme al compagno di classe del college Zhang Zhidong, Ma ha lavorato al China Motion Telecom Development come sviluppatore di software. Nella sua prima mansione – pare pagata 176 dollari al mese – era incaricato di scrivere codici per cercapersone. In quegli anni la Cina aveva in media un solo computer ogni 100 persone… Ma ha accumulato esperienza, è rimasto a Shenzhen e, cinque anni dopo la laurea, ha dato vita a Tencent.

Ma Huateng, l'impero del magnate cinese dalla messaggistica ai videogiochi
WeChat. (Getty)

La messaggistica istantanea con cui pare abbia pure conosciuto sua moglie

Il primo prodotto dell’azienda è stato un software di messaggistica istantanea: QQ. È proprio su questa piattaforma che, si dice, il signor Ma abbia incontrato sua moglie. In ogni caso, già nel 2004, in mezzo al disinteresse dell’imprenditoria occidentale, Tencent controllava più di due terzi del mercato cinese della messaggistica istantanea. L’azienda è stata quindi quotata alla Borsa di Hong Kong, consentendo a Ma di diventare una delle persone più ricche nel settore cinese delle telecomunicazioni. Ma il rally di Pony Ma era ancora agli inizi. Nel 2010 lo sviluppatore prodigio ha chiesto a due team di ingegneri concorrenti di creare un nuovo prodotto. Uno dei due gruppi ha presentato un’app per messaggi di testo e chat di gruppo, WeChat, lanciata l’anno successivo. Nel 2022, l’applicazione conta oltre 1,2 miliardi di utenti attivi mensili e, nel frattempo, si è evoluta in una “super-app” con servizi ad ampio raggio, pagamenti compresi.

Ma Huateng, l'impero del magnate cinese dalla messaggistica ai videogiochi
Ma Huateng. (Getty)

Ombre sull’impero: calo delle vendite pubblicitarie online

Eppure non è tutto oro quello luccica, visto che nell’estate del 2022 Tencent ha attraversato un periodo nerissimo. Per la prima volta dal 2014, ad agosto la creatura di Ma, che resta la società quotata cinese di maggiore valore, ha visto calare il suo fatturato. Il gruppo ha perso il 32 per cento dall’inizio dell’anno, costringendo i vertici a tagliare 5 mila posti di lavoro, ossia il 5 per cento dei dipendenti. I ricavi sono scesi, del 3 per cento in più del previsto, a 19,8 miliardi di dollari. Ma Huateng, come tutti i suoi colleghi del settore, ha subito le conseguenze della zero Covid policy cinese e del raffreddamento dell’economia numero due del Pianeta. Il calo record di entrate derivanti dalle vendite pubblicitarie online è stata la ciliegina su una torta amarissima.

L’ultimo investimento: la compagnia sudcoreana Shift up

Tutto questo non ha comunque impedito a Mr. Ma di proseguire con la sua campagna acquisti – e infatti Tencent ha messo le mani sul 20 per cento delle azioni della compagnia sudcoreana Shift up. La crisi energetica e l’inflazione sono due nemici preoccupanti, mentre l’allentamento delle restrizioni anti Covid deciso da Pechino rappresenta la speranza da cui ripartire. Intanto, Tencent è tornata a far parlare di sé per aver rispolverato il significato del termine “convergenza immersiva”. In attesa di capire quale sarà il prossimo jolly di Ma, ricordiamo che l’azienda aveva già inserito il misterioso concetto nella sua brochure annuale del 2020, definendo la suddetta convergenza immersiva come «la prossima ondata di aggiornamento dopo il primo decennio di internet mobile» nonché «una soluzione ecologica per dare forma a un nuovo modo di vivere» attraverso il collegamento di mondi virtuali e reali.