La vie en Rousseau

Dopo la rottura, tra il nuovo M5s di Conte e Casaleggio si apre uno spiraglio. La piattaforma ha perso l'esclusiva ma resta comunque in gioco per le future votazioni. E Grillo può dirsi soddisfatto.

La vie en Rousseau

C’eravamo tanto amati, poi odiati. Ma in futuro chissà. Il rapporto tra il M5s e l’associazione Rousseau, con relativa piattaforma, era simbiotico. Per molti troppo simbiotico. Alla fine le cose sono andate come sono andate, ma una lettura attenta del nuovo Statuto, che sarà in votazione i primi di agosto, rivela che non tutto è perduto e che esistono i margini per recuperare una forma di collaborazione tra i pentastellati formato Conte e la creatura di Gianroberto e Davide Casaleggio.

Si parte con il voto a Torino su Skyvote

Intanto, il testo non contiene alcuna investitura per specifici strumenti informatici e parla genericamente di “piattaforme internet organizzate o comunque riconosciute dal MoVimento 5 Stelle”. Dunque, non c’è un’esclusione di principio per Rousseau, proprio perché nessun’altra piattaforma viene mai citata in modo esplicito, malgrado Skyvote parta in pole position con il voto, in settimana, per la scelta del candidato sindaco di Torino. In ogni caso, l’aspetto che conta è che cambiano i rapporti di forza, anche in ragione del fatto che gli iscritti sono tornati in mani pentastellate: niente più “matrimoni stabili” in cui il M5s è legato mani e piedi alle decisioni del soggetto esterno, ma “specifici accordi che dovranno garantire che tutte le questioni e le decisioni di rilievo politico saranno integralmente rimesse alle iniziative” del nuovo Movimento. Una dizione che, in prospettiva, potrebbe raffreddare i bollenti spiriti dei tantissimi eletti che oggi ce l’hanno a morte con Rousseau. Non per niente, poche righe dopo lo Statuto apre un ulteriore spiraglio: “Al fine di favorire la massima partecipazione alle consultazioni, l’Associazione può organizzare hub informatici ove chi lo richieda possa votare e partecipare con la modalità telematica, nel rispetto della sicurezza e della segretezza del voto e della partecipazione”.

il ruolo di rousseau nel nuovo m5s di Conte
Beppe Grillo, Davide Casaleggio e Luigi Di Maio nel 2018 (Getty Images).

La pace non scritta tra M5s e Casaleggio

Tornare a un rapporto con Rousseau da “coppia aperta”, quindi basato su presupposti differenti dal passato, significherebbe tra l’altro far contento il garante, Beppe Grillo, che ha spinto per salvare la collaborazione fino a un attimo prima dell’intesa con Giuseppe Conte. Non a caso, spicca l’assenza di prese di posizione velenose o comunque negative da parte di Davide Casaleggio da quando lo Statuto è stato pubblicato. Un elemento fattuale non di poco conto se si considerano i toni durissimi che avevano accompagnato il divorzio tra il M5s e il figlio del cofondatore: gli oltre 400 mila euro di mancate erogazioni pretesi dal secondo, le accuse nei suoi confronti di ingerenza politica, ribadite più volte da un’ampia porzione dello stato maggiore cinquestelle, il rifiuto di riconoscere la reggenza di Vito Crimi da parte degli uomini di Rousseau, i veti, i contro-veti e il groviglio regolamentare in cui si era arenata la transizione del Movimento.

Il nuovo ruolo di rousseau e di casaleggio nel nuovo m5s
Giuseppe Conte e Beppe Grillo in un ristorante a Bibbona.

Il nodo del simbolo, anzi dei due simboli

Poi c’è il nodo del simbolo. A proposito di legami duri a morire, in molti si sono chiesti perché lo Statuto contempli la doppia opzione: la prima è una circonferenza rossa con al proprio interno la dicitura MoVimento e la scritta 2050, l’altra richiama la dicitura “ilblogdellestelle.it”, dominio registrato da Rousseau che invece sembrava destinato a sparire. Un eletto stellato riflette con Tag43: «Magari lo hanno fatto anche per evitare che possano usarlo altri, ma sicuramente, visti i tempi stretti, torna più comodo da utilizzare per le prossime amministrative». Infine, la formazione. Tante risorse e competenze legate al M5s, che si erano buttate anima e corpo nei progetti della Rousseau Open Academy, ora saranno sicuramente utili in seno alla nascitura scuola politica per gli iscritti e gli eletti, fortemente voluta dall’ex premier. «Non è escluso che in futuro possano essere intavolate delle sinergie anche su questo fronte» con il milieu Casaleggio, prevede una fonte parlamentare. Insomma, anche stavolta vale il solido adagio: in politica mai dire mai.