Un tesoretto di 7 milioni e mezzo di euro fermo, lievitato in oltre un anno. Incastrato nella guerra tra il Movimento 5 stelle e l’associazione Rousseau di Davide Casaleggio. È questa la cifra-monstre del fondo in cui sono versate le restituzioni mensili dei parlamentari pentastellati ancora in attesa di destinazione. E dire che un tempo si facevano cerimonie pubbliche, il famoso Restitution day, con tanto di conferenze stampa e maxi assegno a favore di telecamere. «I soldi alla politica fanno male. Se li togli diventa una cosa bellissima», diceva, nel 2013, Luigi Di Maio, facendo eco a un tweet di Riccardo Fraccaro: «Restitution day è giorno del giudizio per vecchia politica che continua ad incassare soldi pubblici. Il M5S mantiene la parola». E così via.
L’ultimo bonifico è datato marzo 2020: 3 milioni per l’acquisto di mascherine
Ma erano altri tempi, ora nemmeno il Restitution day è più quello di una volta. Si fa fatica a organizzarlo. Resta agli atti che l’ultimo bonifico è datato marzo 2020, in piena prima ondata di Covid-19. Sono stati donati tre milioni alla Protezione civile per l’acquisto di mascherine e per il potenziamento delle terapie intensive. Vito Crimi, già reggente dei grillini, annunciò la votazione online dal Blog delle Stelle. Da allora, i 2 mila euro restituiti mensilmente (da aprile 2021 la cifra è scesa a 1.500, a cui si sommano i 1.000 per il sostegno alla struttura partitica) dai parlamentari sono stati accumulati nell’apposito fondo, fino a raggiungere la significativa cifra di 7 milioni e 550 mila euro. Sull’impiego di questi soldi, comunque, viene diradato qualsiasi dubbio: «Quelle risorse sono intoccabili, sono rigidamente vincolate. Possono essere destinate solo per iniziative di beneficenza o di sostegno alle piccole attività economiche, dopo una votazione sulla piattaforma», conferma una fonte a Tag43.
Dove sono finite negli anni le restituzioni
Tuttavia, nell’ultima riunione interna, il tema è stato riproposto: i parlamentari hanno chiesto quando sarà deciso a chi donare la cifra e con quale modalità. Trattandosi di una cifra importante, infatti, potrebbe essere anche spacchettata su più interventi. Al momento non sono state discusse le ipotesi di allocazione delle risorse, tutto è stato rimandato al prossimo incontro. Secondo quanto riferito a Tag43, Crimi ha assicurato che nei prossimi giorni sarà affrontata la questione e predisposta una votazione per avere il via libera degli iscritti anche su questo aspetto. Ma, in linea con il clima non proprio sereno nel Movimento 5 stelle, più di qualcuno ha chiesto una scadenza precisa, perché la questione non è di secondaria importanza. Anzi. I 7 milioni e mezzo si andranno a sommare all’insieme di restituzioni. In totale, finora, risultano ridati indietro dai parlamentari 88 milioni e 500 mila euro. La fetta più consistente è il maxi capitolo della “rinuncia alle indennità e ai rimborsi”, che ammonta di 49 milioni e 200 mila euro, di cui 42 milioni e 782 mila sono riferiti alla rinuncia dei rimborsi elettorali per le elezioni politiche del 2013 (quando la legge li prevedeva ancora). Soldi che restano così nelle casse dello Stato. La seconda voce è relativa invece al microcredito con una destinazione superiore ai 26 milioni. A seguire, 3 milioni sono stati erogati per il progetto Facciamo scuola e per l’emergenza Covid. Tra le altre iniziative finanziate, ci sono il sostegno alle popolazioni colpite dalle alluvioni (poco meno di 2 milioni) e quella per il contrasto alla povertà educativa minorile, poco sopra il milione e 200 mila. Sotto il milione di euro, invece, figurano altre destinazioni, tra le altre una a sostegno del fondo contro la violenza sulle donne. In attesa di aggiungere la voce per il prossimo assegno.