È durata più di quattro ore la riunione del Consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle, nel corso del quale i vertici pentastellati hanno discusso delle critiche di Luigi Di Maio al no all’invio delle armi in Ucraina: per il momento l’eventuale espulsione del ministro degli Esteri resta congelata. Alla riunione notturna, che si è svolta in parte in presenza e in parte in videoconferenza, hanno partecipato i 14 componenti del Consiglio.

M5s, il «forte rammarico» di Conte
Il tema delle sanzioni disciplinari nei confronti di Di Maio è stato evocato e il presidente Giuseppe Conte si è trovato a mediare tra l’ala conciliante e quella dura del Movimento: l’espulsione è caldeggiata proprio da diversi esponenti contiani, ma per adesso non è stato preso alcun provvedimento nei confronti del ministro degli Esteri. Conte si è detto molto rammaricato le parole usate dal titolare della Farnesina alla sua stessa forza politica, in un intervento che è stato definito «molto equilibrato» da fonti pentastellate. Il Consiglio ha ribadito la collocazione euro-atlantica dell’Italia, bollando come immotivate le accuse di anti-atlantismo lanciate da Di Maio. In merito alla risoluzione che dovrà essere votata al Senato martedì 21 giugno, in concomitanza con le comunicazioni del premier Mario Draghi prima di partire per Bruxelles, il Movimento 5 stelle continuerà nella mediazione con il resto della maggioranza sulla risoluzione unitaria, ribadendo la centralità del Parlamento, ma senza creare problemi.

Caos M5s, Fico: «Siamo arrabbiati e delusi»
«Siamo arrabbiati e delusi. Non riesco a capire perché il ministro degli esteri Di Maio attacchi su delle posizioni rispetto alla Nato e all’Europa che nel Movimento non ci sono e di cui non se ne dibatteva prima», ha detto il presidente della Camera Roberto Fico, le frizioni all’Interno del M5s. Così Matteo Renzi, ospite di Rtl 102.5, il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha parlato di «una piccola questione di potere che non serve al Paese», aggiungendo: «Succederà qualcosa al governo? No, hanno paura di andare a casa, e gli tocca poi chiedere il reddito di cittadinanza». Prima del vertice del M5s, il segretario della Lega Matteo Salvini aveva detto, nel corso di Zona Bianca su Rete 4: «Non metto becco in casa altrui. Sicuramente è un problema per il governo e per l’Italia se vanno avanti a litigare per giorni».