Direttore: Paolo Madron
  • Economia e Finanza
  • Politica
  • Tecnologia e Innovazione
  • Attualità
x
  • Attualità
    • Cronaca
    • Gossip
    • Web
  • Cultura e Spettacolo
    • Arte
    • Cinema
    • Design
    • Libri
    • Moda
    • Musica
    • Serie Tv
    • Teatro
    • Tv
  • Economia e Finanza
    • Aziende
    • Lavoro
  • Politica
    • Europa
    • Italia
    • Mondo
  • Salute e Benessere
    • Beauty
    • Fitness
    • Food & Beverage
    • Medicina
    • Sanità
    • Wellness
  • Sport
    • Altri Sport
    • Calcio
    • Motori
  • Tecnologia e Innovazione
    • App
    • Device
    • Domotica
    • Gaming
    • Sostenibilità
  • Chi Siamo
  • Scrivono per noi
  • Tag
  • Feed
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Italia

Giù seppe

Debole, indeciso, spesso costretto a retromarce. ll leader M5s è in caduta libera all’interno del M5s. Irriso anche da Grillo.

26 Novembre 2021 11:21 Giovanni Corneliani

Una delle domande che circola di più nei preoccupati conciliaboli e in qualche chat del mondo pentastellato, almeno in parlamento, è questa: «Giuseppe Conte ci arriva al voto nel 2023?». Da leader M5s, si intende. La naturale tendenza anarcoide dei cinquestelle, il lungo e sfibrante periodo trascorso senza un nocchiero dai tempi delle dimissioni di Luigi Di Maio, l’andamento dei sondaggi e l’avvicinarsi della fine della legislatura che rappresenta una inevitabile tagliola per le aspirazioni di molti peones: sono tutti ingredienti che rendono la gestione dell’ex premier a dir poco tribolata. Anzi, un eletto fuoriuscito che osserva (nemmeno troppo) dall’esterno, e se la ride sotto i baffi, scherza con Tag43: «Ma siamo sicuri che arriverà all’estate prossima?».

Il numero dei fedelissimi di Conte si assottiglia in parlamento

La verità è che le truppe dell’avvocato pugliese in parlamento sono un po’ la cartina di tornasole del momento. Il loro numero “ufficiale” si assottiglia sempre più, persino alla Camera che è sempre stata un po’ la roccaforte di “Giuseppi” (ormai non vengono accreditati più di 30-40 aficionados). Ma soprattutto l’umore appare via via più sfiduciato e disincantato.

Malumori nel M5s per la strategia sbagliata sulla Rai

È sintomatico che qualcuno persino si agiti, nei rapporti con la stampa, per togliersi di dosso l’etichetta mediatica di contiano doc: vedi la deputata calabrese Vittoria Baldino che pure accarezza, o forse sarebbe meglio dire accarezzava, ambizioni da capogruppo a Montecitorio. Un dimaiano, dietro anonimato, imputa «errori gravi» al professore, per esempio la sparata sull’Aventino rispetto alle presenze in Rai. «Dovremo fare marcia indietro e saremo sbertucciati», dice l’eletto a Montecitorio vicino al ministro degli Esteri. «Già la correzione di rotta è in corso e i media ci stanno infilzando. Andremo a Canossa, sarà l’ennesimo dietrofront che ci sbatteranno in faccia».

Gli errori di strategia sull’inchiesta Open che coinvolge Renzi

Si sa, la comunicazione è da sempre argomento sensibilissimo in casa pentastellata, croce e delizia sin dai tempi d’oro dell’opposizione in parlamento. E proprio tra i comunicatori serpeggia malumore anche per come sono state concepite e stese le 13 domande a Matteo Renzi sull’inchiesta Open, sulla presunta struttura di “propaganda antigrillina” e sulle conferenze estere del leader di Rignano. Due di loro porgono osservazioni molto simili: «Sono scritte male, in modo troppo complicato e prolisso, non arrivano alla gente». Invece il parlamentare cinquestelle, caustico, la butta sulla strategia: «Ma era proprio il caso di dare tutto questo spago a uno politicamente morto come Renzi?».

La partita del Quirinale rischia di essere un boomerang

Insomma, non sembra che Conte sia in grado per il momento di calmare le acque, nemmeno elargendo nomine interne a destra e a manca. Mentre all’orizzonte si profila la partita del Quirinale, che rischia di essere esiziale. «Occhio che potrebbe fare la fine di Bersani nel 2013», sibila un senatore stellato che chiede riservatezza. Il primo passaggio cruciale riguarderà il metodo di individuazione di uno o più candidati: sicuramente ci sarà un confronto con il Pd quale interlocutore privilegiato e con la sinistra. Ma poi si celebrerà un voto in rete su una rosa di nomi? O magari su due, tre opzioni secche? Non è chiaro.

Il passi falsi di Casalino

Il nervosismo di Rocco Casalino e i suoi “incidenti” mediatici di queste ore, d’altronde, sono la testimonianza plastica di quale sia l’atmosfera in casa pentastellata. Beppe Grillo, intanto, si tiene a debita distanza, ma la sua stilettata al presidente M5s sui penultimatum indica uno stato d’animo chiaro. «Beppe secondo me si mordeva le labbra. Vorrebbe mandarlo a quel paese, ma non può farlo. Allora si limita a qualche calcetto negli stinchi», riflette l’ex cinquestelle che da sempre si considera un grillino ortodosso.

L’attivismo sospetto di Spadafora

Dal canto suo, Di Maio è pronto a smentire e smontare qualunque ricostruzione che lo veda remare contro il progetto contiano, ma a molti non è sfuggito il recente attivismo dell’ex ministro Vincenzo Spadafora contro “CamaleConte”, come lo chiamano avversari politici esterni e interni. È l’ex capo politico che lo manda avanti a mordere? Secondo il senatore pentastellato «il suo attivismo potrebbe essere anche letto come una strategia in vista di uno smarcamento definitivo dal M5s. D’altronde Spadafora è uno bravo a cambiare casacca, agganciandosi ai treni giusti».

Di Battista pronto per un nuovo partito

Occhio, intanto, alle mosse di Alessandro Di Battista e soprattutto di Virginia Raggi. Il primo rimane alla finestra, con una posizione sempre più critica nei confronti degli ex compagni di partito e la tentazione di una nuova iniziativa politica. Il Dibba ha gioco facile, in questa fase, nello sbertucciare un M5s che pare avere poca presa sugli indirizzi e sulle scelte di governo e maggioranza: vedi il caso Rai, appunto, ma anche il dossier cashback, il ridimensionamento dei bonus edilizi, il capitolo giustizia, lo stallo su leggi come il conflitto di interessi o la trasparenza delle lobby, che per l’ex parlamentare romano restano questioni chiave. Il suo rapporto con Conte continua a essere buono e il presidente del Movimento punta sempre a recuperarlo in favore della causa pentastellata. Certo, difficilmente potrà esserci un riavvicinamento finché il M5s resterà sotto le gonne di Mario Draghi e, soprattutto, la rottura sarà davvero definitiva se e quando il Movimento dovesse decidere di derogare rispetto al totem del limite dei due mandati, vero tema discriminante per Dibba.

Raggi ambisce a diventare capo politico dei 5 stelle

La Raggi, invece, «si trova in un qualche imbarazzo», chiosa il deputato con Tag43, «da una parte non ha gradito l’atteggiamento di Conte in campagna elettorale, è evidente, soprattutto dopo l’esito del voto, e ha un bel rapporto con Di Battista. Ma dall’altra non le conviene “strappare lungo i bordi”, diciamo così, e uscire, perché comunque ha un ruolo di responsabilità nel cinquestelle e potrebbe tranquillamente aspirare a fare il capo se Conte dovesse andare gambe all’aria».

Compie 70 anni lo storico scatto del passaggio della borraccia tra Fausto Coppi e Gino Bartali durante il Tour de France.
  • Attualità
Coppi e Bartali, lo storico passaggio della borraccia compie 70 anni
Compie 70 anni lo storico scatto del passaggio della borraccia tra Fausto Coppi e Gino Bartali durante il Tour de France.
Virginia Cataldi
Russia, ucciso Yuri Voronov, un altro magnate del gas
  • Cronaca
Russia, ucciso Yuri Voronov, un altro magnate del gas
Si tratta dell'ennesimo caso di morte sospetta di un uomo legato, in un modo o nell'altro, al colosso dell'energia Gazprom. Voronov, 61 anni, è stato trovato nella sua villa a San Pietroburgo, ucciso a colpi d'arma da fuoco.
Redazione
Stati Uniti, le sparatorie di massa sono sempre più frequenti e mortali. I numeri in aumento negli ultimi anni.
  • Attualità
Armi letali
Quattro gli episodi nel 2022. L’ultimo a Highland Park, sobborgo di Chicago. Nel quinquennio 2017-2021 si sono registrate più sparatorie di massa rispetto a qualsiasi periodo comparabile dal 1966 in poi.
Redazione
Unicredit, l'ad Orcel pronto ad assumere anche la guida del mercato italiano
  • Economia e Finanza
The Italian Job
Giro di valzer in Unicredit. L'ad Orcel starebbe per assumere la guida del mercato italiano, prendendo il posto di Niccolò Ubertalli, “head of Italy” di Piazza Gae Aulenti dallo scorso anno. 
Marco Zini
  • Chi Siamo
  • Scrivono per noi
  • Tag
  • Feed
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
Nielsen Digital Measurement Privacy Policy

Tagfin Srl Sede Legale: Via dell'Annunciata, 7 – 20121 Milano

Numero di partita IVA e numero d’iscrizione al Registro Imprese 11673800964 del Registro delle Imprese di Milano.

Registrazione della testata giornalistica Tag43 presso il Tribunale Ordinario di Milano, n. 100 del 23 Aprile 2021