Mariolina Castellone, Alessandra Carbonaro, Vita Martinciglio, Vittoria Baldino. Ma anche Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola, Luca Carabetta. Deputati e senatori, donne e uomini, per la gran parte contiani ma con una quota di dimaiani, che si stanno facendo strada nel grande caos del Movimento 5 stelle rimasto senza statuto né presidente. Con Beppe Grillo tornato al comando, che prende tempo cercando di capire la strategia per uscire indenni dalla sospensiva del Tribunale di Napoli. Nel mezzo c’è sempre lo scontro in atto tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, che già sta lasciando macerie sul campo pentastellato.

Mariolina Castellone, la tessitrice del M5s a Palazzo Madama
Tra le stelle partorite da questo caos, spiccano di sicuro le donne, parlamentari al primo mandato che, lontane dai riflettori, lavorano per rilanciare la credibilità del Movimento. Oggi seriamente minata. Tra queste c’è la capogruppo al Senato Maria Domenica, meglio nota come Mariolina, Castellone. Quarantasei anni, ha dimostrato di saper accettare e vincere le sfide. Anche contro i pronostici. L’elezione a capo dei senatori pentastellati ha rappresentato un successo personale: la sua candidatura è nata in contrapposizione a quella del capogruppo uscente, Ettore Licheri, contiano di ferro. Così le è stata attribuita l’etichetta di “anticontiana” che lei, però, ha sfumato con il tempo. Durante le trattative per il Quirinale ha mantenuto un atteggiamento istituzionale, dialogando con le varie anime. È stata una tessitrice di intese con l’obiettivo di tenere compatto il Movimento. E non è sfuggita ai più attenti la foto pubblicata sui social dopo la rielezione di Sergio Mattarella con lei e Conte vicini. Accompagnata da un post a difesa della strategia ufficiale del M5s.
A Palazzo Madama ha saputo conquistarsi la stima anche di chi l’ha avversata in un primo momento. Tanto che ora è un punto di riferimento, sia gli uomini più vicino a Di Maio che per quelli legati a Conte. C’è chi le predice un grande futuro, addirittura da leader. Ma restando con i piedi per terra, al presente travicello, è vista come un’ancora di salvezza.
Alessandra Carbonaro e le altre pontiere a Montecitorio
Nella nouvelle vague al femminile del Movimento c’è Alessandra Carbonaro, 35 anni, vicepresidente dei deputati. Da numero due di Davide Crippa, non un fedelissimo di Conte, è chiamata a tenere saldi i rapporti interni in un gruppo, per usare un eufemismo, poco coeso. «Eppure», raccontano a Tag43, «è una che sa fare squadra, sa anche tenere gli animi distesi nei momenti più difficili. Sa sferzare e sorridere». Una qualità legata alla sua professione, quella di organizzatrice di grandi eventi. Non è una contiana di ferro, ma nemmeno annoverabile tra i dimaiani. Piuttosto Carbonaro è tra coloro che cercano di costruire i ponti tra le due parti. Vittoria Baldino, 33 anni, relatrice sul ddl lobby, è in rampa di lancio, soprattutto per le sue capacità di comunicazione. A Montecitorio è nota la sconfinata stima che Rocco Casalino nutre nei suoi confronti. Facile comprendere che sia annoverata tra i contiani. L’avvocato di Volturara Appula, su consiglio del portavoce, avrebbe voluto proporla addirittura come capogruppo. Poi è stato confermato Davide Crippa, sponsorizzato da Grillo in persona.
Altra pontiera è Vita Martinciglio, 41 anni, capogruppo M5s in commissione Finanze alla Camera. Molto attiva su temi economici e questioni del suo territorio, la Sicilia, è stata per mesi indicata come una fedelissima dell’ex ministro Vincenzo Spadafora per aver espresso delle critiche alla direzione politica del M5s. Nei mesi ha rivestito i panni della mediatrice e in questi giorni si spende affinché le due opposte fazioni riescano a sminare il terreno per arrivare a un chiarimento. A lei è affine Valentina D’Orso. Coetanea e corregionale di Martinciglio, è attiva sul fronte della giustizia e, secondo quanto la descrivono i colleghi di Montecitorio, «è uno di quei profili concentrati davvero sui temi e sui contenuti, senza perdersi in fronzoli». Chissà il disorientamento di questi giorni tra carte bollate e duelli rusticani tra il leader in carica, per quanto sospeso, e l’ex capo politico. Nella maggioranza al femminile delle nuove leve, spunta qua e là qualche collega uomo. Su tutti Luca Carabetta, uno dei giovanissimi del Parlamento (ha 30 anni), già vicepresidente della commissione Attività produttive. Si è distinto sui temi dell’innovazione, sfruttando le competenze da ingegnere. Indipendente, gode di una buona stima da parte di tutti, seppure con preferenze tra i contiani.

La truppa dimaiana al Senato
Al Senato, invece, c’è l’ala più sostanziosa riconducibile alla strategia di Di Maio. È il caso di Vincenzo Presutto, napoletano di 55 anni, che ha ingaggiato una battaglia nei confronti della leadership di Conte. È di fatto l’interprete degli umori del ministro degli Esteri a Palazzo Madama. E questo, in realtà, potrebbe rappresentare un problema per il suo futuro. C’è poi Primo Di Nicola, 69 anni, che è stato l’ispiratore originario della rielezione di Mattarella. Già il 3 gennaio scorso, nell’assemblea dei senatori, propose questa opzione, scontrandosi proprio con i contiani. Alla fine la sua strategia si è rivelata vincente, benché per indole il giornalista ora parlamentare preferisca stare lontano dai riflettori. Di certo chi gli è vicino esalta le sue doti politiche, mentre gli avversari lo temono. Si aggiunge alla lista Simona Nocerino, anche lei nel drappello dimaiano, e in prima linea per battaglie sociali. L’ultima condotta è quella sui caregiver familiari, in attesa di approvazione.

E quella contiana
A Palazzo Madama ci sono ovviamente anche i contiani che si mettono in mostra. Emiliano Fenu, 45 anni, da capogruppo in commissione Finanze, è un altro profilo «apprezzato per lo studio dei dossier» e anche per «la qualità di saper tenere i contatti al di là delle divergenze politiche». Tra gli stessi scranni si segnalano, sempre in quota pro-Conte, Alessandra Maiorino, ex vicecapogruppo al Senato, e Marco Pellegrini, da non molto capogruppo in commissione Antimafia per il M5s. Nomi da segnare sul taccuino del futuro Movimento. Ammesso che in futuro ci siano le 5 stelle.