É iniziato questa mattina lo sgombero del villaggio di Lützerath, zona da tempo occupata da centinaia di attivisti per il clima che vogliono impedire l’ampliamento della miniera di carbone a cielo aperto di Garzweiler. La polizia tedesca ha rimosso le prime barricate e iniziato a recintare l’area per motivi di sicurezza, intimando ai manifestanti di abbandonare il sito. Alcuni hanno dato seguito alle richieste delle autorità mentre altri sono saliti su alti monopiedi e treppiedi con l’intenzione di non lasciare il villaggio.
Lo sgombero del villaggio di Lützerath
Gli attivisti, determinati ad impedire l’espansione della miniera da cui si estrarrà la fonte fossile, provengono da numerose nazioni tra cui Germania, Danimarca, Francia, Belgio e Paesi Bassi. Il colosso energetico Rwe, che prenderà possesso dell’area, li ha invitati a «non usare violenza contro la Polizia» e ha chiesto loro di «porre fine pacificamente all’occupazione illegale delle strutture e dei luoghi appartenenti – oramai – a noi».

Un appello destinato a cadere nel vuoto, considerati i disordini e gli scontri con le forze dell’ordine registrati fin dalle prime ore del mattino. La Polizia, che ha radunato dozzine di veicoli intorno alla zona, ha riferito che gli ambientalisti hanno lanciato pietre, molotov e fuochi d’artificio in direzione dei servizi di emergenza. Questo ciò che ha scritto sul proprio account Twitter: «Smettila di lanciare molotov immediatamente. Comportati in modo pacifico e non violento».
Attivisti si barricano sugli alberi
Dopo un primo avviso delle autorità di lasciare l’area, alcuni ragazzi se ne sono andati mentre altri sono saliti su alcune strutture erette nei giorni scorsi per rendere più difficile lo sgombero. Si tratta di case sugli alberi o tronchi legati insieme a piattaforme, su cui diversi attivisti si sono barricati minacciando di non abbandonare il villaggio. «Le persone sono determinate a perseverare e a proteggere gli alberi e gli edifici», ha detto Mara Sauer, portavoce dell’iniziativa Lützerath Lives.

Ci vorranno dunque diversi giorni, se non settimane, per quella che le stesse autorità ritengono una delle operazioni più impegnative degli ultimi anni. Ad ostacolarla anche le condizioni meteo avverse: nella notte tra martedì e mercoledì sono caduti dai tre ai cinque litri di pioggia per metro quadrato, cosa che ha reso i terreni dentro e intorno al luogo completamente fradici.