L’ammissione di Lukashenko: la Bielorussia partecipa alla guerra in Ucraina

Matteo Innocenti
04/10/2022

«Offriamo assistenza medica e diamo da mangiare a chi ne ha bisogno. Non solo ai russi», ha detto, sottolineando l’impegno del Paese nella prevenzione di attacchi da parte di Polonia, Lituania e Lettonia. E fanno discutere le dichiarazioni sui bambini e la raccolta di patate.

L’ammissione di Lukashenko: la Bielorussia partecipa alla guerra in Ucraina

La Bielorussia sta prendendo parte all’operazione militare speciale della Russia in Ucraina. Lo ha ammesso il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Minsk, per discutere di sicurezza militare. In che modo il suo Paese sta appoggiando la Russia? «Non nascondiamo la nostra partecipazione. Ma non uccidiamo nessuno. Non mandiamo il nostro personale militare da nessuna parte. Non violiamo i nostri impegni».

Lukashenko, dito puntato contro Polonia, Lituania e Lettonia

«La nostra partecipazione si limita a prevenire la diffusione di questo conflitto nel territorio della Bielorussia. In secondo luogo, ci stiamo impegnando a impedire un attacco da parte di Polonia, Lituania e Lettonia, con il pretesto di un’operazione militare speciale». Lukashenko ha continuato: «Sì, offriamo assistenza medica alle persone. Sì, diamo da mangiare a chi ne ha bisogno. E non solo ai russi. Soprattutto, diamo da mangiare a quei rifugiati, quei mendicanti, quei poveri, che vengono in Bielorussia dall’Ucraina: 400-500 persone al giorno. Come potremmo non farlo o, addirittura, minacciarli? Questa è la nostra partecipazione all’operazione militare». In risposta alle sanzioni Ue, negli ultimi mesi Minsk ha mandato migliaia di migranti provenienti dal Medio Oriente alle frontiere con i tre Paesi citati, affinché chiedano asilo in Ue. Lukashenko ha sottolineato che la Bielorussa continuerà su questa strada, senza intervenire militarmente in Ucraina. L’escalation del conflitto ha intanto spinto l’Estonia (l’unico Paese baltico non citato) ad accelerare i lavori per la realizzazione del muro sul fronte sud-orientale, mentre la Polonia ha terminato di costruire la recinzione al confine con la Bielorussia, teatro della crisi dei migranti a fine 2021.

L’ammissione di Lukashenko: la Bielorussia sta partecipando alla guerra in Ucraina. Cosa ha detto da Minsk.
Stretta di mano tra Putin e Lukashenko: i due sono ancora alleati (Getty Images)

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Minsk ha collaborato attivamente con Mosca durante la guerra 

Le parole di Lukashenko sono un’ammissione, ma parziale. Il leader bielorusso ha ammesso la partecipazione del suo Paese al conflitto, ma solo in ottica umanitaria. Tuttavia è noto che non sia esattamente così. Fin dall’inizio della guerra Minsk ha consentito più volte alle truppe russe di passare per il confine bielorusso, agevolando l’invasione dell’Ucraina da Nord. Successivamente ha provato a mettere le mani avanti, smarcandosi dall’ingombrante alleato per tentare di riaprire i canali con l’Occidente, anche se con spazi di manovra sempre più stretti. A inizio maggio, dunque cinque mesi fa, in una lunga intervista all’Associated Press, Lukashenko aveva difeso l’invasione russa in Ucraina, dicendo che Mosca era costretta ad agire perché «provocata da Kyiv». In quell’occasione aveva anche sottolineato più volte di avere l’impressione che la guerra si fosse «trascinata troppo a lungo». E da allora molto tempo è passato e tanto è successo nel territorio ucraino.

L’ammissione di Lukashenko: la Bielorussia sta partecipando alla guerra in Ucraina. Cosa ha detto da Minsk.
1999, il presidente bielorusso Lukashenko a colloquio con il primo ministro russo Putin (Getty Images)

Bambini a raccogliere patate: le discutibili dichiarazioni dell’alleato di Putin

Le dichiarazioni di Lukashenko arrivano all’indomani di altre, rese ieri in un meeting di governo, anch’esse discutibili. Parlando con un funzionario, ha infatti criticato i Paesi dell’ex Unione Sovietica perché non mobilitano gli scolari nella raccolta di patate, pratica abituale ai tempi dell’Urss. «Che esempi stiamo dando ai nostri bambini? Dicono che sia sfruttamento. Ma far lavorare una persona cinque o sei ore è sfruttamento? È un piacere per i genitori e un buon allenamento fisico per i bambini». Presidente dal 1994, dopo aver servito l’esercito sovietico nelle truppe di frontiera, Lukashenko fu eletto nel 1985 direttore di una sovchoz: il termine indicava le grandi fattorie statali create in Unione Sovietica a seguito alla collettivizzazione delle terre e dei mezzi di produzione avvenuta attorno agli Anni 30, nell’ambito del primo piano quinquennale. Nello stesso anno si laureò all’Accademia Bielorussa di Agricoltura. E da allora è rimasto sempre fortemente legato ai lavori agricoli.