Il 23 marzo 1988 a Policoro furono trovati i cadaveri della coppia di giovani fidanzati Luca Orioli e Marirosa Andreotta. Le indagini furono archiviate come un incidente, ma 35 anni dopo i familiari chiedono maggiore chiarezza sul caso e che siano individuati i colpevoli.
Luca Orioli e Marirosa Andreotta trovati morti 35 anni fa
Olimpia Fuina, la madre di Luca Orioli non si è mai arresa alla versione ufficiale sulla morte del figlio. In occasione dell’anniversario del decesso dei due ragazzi, ha dichiarato: «[…] affinché il caso possa essere non solo riaperto, ma affrontato utilizzando nuove tecnologie che, finalmente, riescano a raccontare elementi che già esistevano nella loro evidenza ma che possano essere confermati per scrivere un capitolo di verità».
Anche l’associazione Libera Basilicata attraverso don Marcello Cozzi ricorda quanto sia importante parlarne: «Due giovani che sono stati stroncati nel pieno della loro primavera e che hanno perso la vita all’inizio di una primavera. Su quella vicenda non si è mai conosciuta tutta la verità come abbiamo più volte ribadito non ci convince il percorso giudiziario che ha approdato ad un giudizio contestabile. Un percorso accompagnato da un contesto sociale che, nella maggior parte dei casi, ha avvallato questi silenzi e ha cercato, fortunatamente invano, di portare al silenzio chi ha sempre urlato la sua sete di verità e di giustizia».

Negli anni si sono riesumati i cadaveri e una nuova perizia ipotizzò anche l’omicidio. Se ne discusse anche in Parlamento con l’allora Ministro della Giustizia Piero Fassino, che nel 2000 parlò però di insufficienza degli «accertamenti espletati».
La scomparsa dei due ragazzi
Quando furono trovati morti, Luca Orioli e Marirosa Andreotta avevano 20 anni. I loro cadaveri furono ritrovati nel bagno di casa della famiglia di Marirosa (a ritrovarli fu la madre di lei): Luca era disteso sul pavimento, mentre la giovane galleggiava nella vasca piena di acqua. Entrambi morti folgorati da una scarica elettrica, un incidente. Una versione che però non ha mai convinto i familiari dei fidanzati che hanno sempre chiesto una riapertura del caso. Nonostante le tante indagini svolte negli anni e sempre archiviate, la vicenda si è chiusa senza responsabilità perché non sono stati individuati elementi diversi rispetto alla ricostruzione di un incidente in bagno.