Il 46enne Loris Tedeschi è la vittima dell’incidente avvenuto a Macerata lunedì notte poco dopo le due. A rimanere ferite nel frontale che ha coinvolto tre automobili anche altre due persone.
Incidente di Macerata: le dinamiche
L’incidente è avvenuto lungo la strada provinciale 77 in contrada Pieve, su un rettilineo. Una Fiat Panda vecchio modello, guidata da Loris Tedeschi e una Ford Kuga si sono scontrate frontalmente, coinvolgendo anche una terza vettura (una Fiat Punto).
L’auto condotta dalla vittima ha finito la sua corsa schiantandosi contro un albero. Il 46enne, originario di Gualdo, è morto sul colpo e l’auto è andata completamente distrutta.

Ad intervenire sul posto la Polizia Stradale di Civitanova Marche, i Vigili del Fuoco di Macerata e gli operatori sanitari del 118.
Feriti anche il conducente 24enne della Ford Kuga e il conducente della Fiat Punto, un 60enne. Illesa invece la persona che si trovava con lui nell’abitacolo. Tutti sono stati ricoverati in ospedale per degli accertamenti.

Chi era Loris Tedeschi
Loris Tedeschi, residente a Gualdo, lascia una famiglia numerosa. Era uno di sei fratelli (tre maschi e tre femmine) e viveva in un complesso abitatico con i genitori, il papà di 90 anni e la mamma di 80. La loro casa è in fase di ristrutturazione per il terremoto. Loris non era sposato e non aveva figli ed era benvoluto da tutti.
Il sindaco del suo paese, Giovanni Zavaglini, lo ricorda cosi:«Siamo profondamente addolorati. Conoscevo benissimo Loris. Era un ragazzo molto disponibile, sempre sorridente e solare. Era in gamba, una persona buona. La nostra è una comunità piccola, siamo rimasti tutti colpiti dalla notizia del tragico evento che si è diffusa rapidamente. Un dolore per tutta la comunità che si stringe intorno ai parenti».
Uno dei fratelli, Mario, ha invece commentato l’incidente così: «Era il più piccolo di noi. Era benvoluto da tutti, aveva da sempre la passione delle auto. Teneva pulitissima la sua, era quasi maniacale. Era meticoloso, attento. In auto andava sempre piano. Oltre alla Panda, aveva una Fiat Bravo, una macchina più robusta. Forse, se fosse uscito con quella, si sarebbe salvato. Viveva con i nostri genitori, era scapolo e aveva molti amici. Tempo fa lavorava in fabbrica, ora aveva un’attività autonoma di lavaggio auto. Era un ragazzo semplice».